Prima Guerra Mondiale: forzamento del porto di Pirano

La scelta della Kaiserliche Marine di evitare uno scontro diretto con la flotta della Regia Marina, preferendo di mantenere in serbo il grosso della squadra navale nel porto di Pola, indusse gli italiani a colpire il nemico ancora una volta, dritto, nella “tana del lupo”. In realtà, il 25 giugno di cento anni fa la squadriglia di torpediniere denominate 19 OS, 20 OS, e 21 OS, salpate dal porto di Grado, al comando del capitano di corvetta Gustavo Bogetti, violarono il porto di Pirano sulla costa istriana prospiciente sul Mar Adriatico. Durante l’incursione, il tenente di vascello Nazario Sauro a bordo della torpediniera 19 OS, tentò di catturare e rimorchiare invano il piroscafo militarizzato “Narenzio”. Abbiamo chiesto allo storico navale Virginio Trucco (1) di parlarci dell’ennesima azione militare italiana contro le forze navali austro-ungariche.

«Dato che la flotta austriaca, non intendeva uscire in mare per scontrarsi con la Regia Marina, questa continuò con le operazioni di forzamento dei porti nemici da parte del naviglio minore. Il 25/06/1916, una squadriglia di tre torpediniere 19OS, 20OS e 21OS, al comando del CC Bogetti, con l’instancabile Nazario Sauro come pilota, ricevettero l’ordine di forzare il porto di Pirano e catturare il piccolo piroscafo armato “Narenzio” lì ormeggiato. Partite da Grado dopo una tranquilla navigazione, regolata in modo di giungere in vista della costa nemica verso il tramonto, in maniera da avere il sole alle spalle e rendere difficile l’identificazione, la torpediniera 19OS caposquadriglia, entrò attraverso la piccola (25 m) imboccatura del porto e si andò ad ormeggiare di poppa al “Narenzio”, sbarcò un drappello di marinai, che neutralizzate le sentinelle, iniziarono le manovre di disormeggio per prendere a rimorchio la nave, nel mentre viene lanciato l’allarme e la cannoniera viene presa di mira dalle batterie costiere, vista l’impossibilità di proseguire l’azione, si riprende a bordo il drappello e sparando contro le batterie costiere, la torpediniera esce a tutta velocità dal porto, nel mentre anche le unità gregarie aprono il fuoco verso le batterie costiere, riunitesi in formazione, le tre torpediniere dirigono a tutta forza per il rientro alla base».

(1) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979, frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia S.p.A. Lo storico navale Virginio Trucco è membro dell’Associazione Culturale BETASOM (www.betasom.it).

Testi consultati da Virginio Trucco: La Grande Guerra in Adriatico di Lucio, Martino Il Cerchio Editore ed. 2014. Notiziario della Marina Aprile 2015.

Foto a corredo dell’articolo: Torpediniera costiera 51 OS in servizio nella Regia Marina dal 1915 al 1932; classe “PN” della serie costruita nei cantieri Odero Sestri. Coll. Marcello Risolo.

Giuseppe Longo
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@longoredazione

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