Scoperta-choc in Australia: ballare al buio con sconosciuti allontana ansia e depressione. E’ quanto viene fuori da una ricerca scientifica interamente finanziata dall’Università di Sydney. Lo studio peer-review, è stato pubblicato venerdì 26 luglio su BMC Sports Science, Medicine and Rehabilitation. L’indagine scientifica è stata portata avanti intervistando 1190 persone fra i 17 e il 90 anni con un’età media di 37 anni. I partecipanti al sondaggio sono stati intervistati in 52 sedi «No Lights, No Lycra» nella settimana fra il 6 e il 12 agosto del 2018. Più della metà (60%) di loro erano lavoratori a tempo pieno e vivevano in aree svantaggiate dal punto di vista socio economico. La maggior parte non era attiva dal punto di vista fisico tanto che l’88% non raggiungeva i 30 minuti di attività fisica in almeno 5 giorni alla settimana. Il 20% dei partecipanti aveva una condizione di salute fisica cronica mentre il 48% ha dichiarato una diagnosi medica che ne attestava depressione e ansia. I motivi principali che spingevano queste persone a partecipare a questi balli al buio con sconosciuti erano: divertirsi (80%); migliorare la salute fisica e il fitness (63%); migliorare la salute e il benessere mentale (60%); ballare senza guardare nessuno (59%); migliorare l’umore (61%). La gestione del peso è stata indicata dal 18% mentre il migliorare la fiducia e l’autostima dal 19% dei partecipanti.
Il risultato scioccante si è avuto nella lettura dei dati. I partecipanti, infatti, alla domanda che riguardava i benefici che ne avevano avuto da questi balli al buio con sconosciuti non hanno avuto alcun dubbio. Il 95% ha concordato nel dire che ne aveva avuto un miglioramento della propria salute fisica e il 97% si è trovato d’accordo sul fatto che questi balli al buio avevano migliorato anche la propria salute mentale. L’autore della ricerca, il dott. Lindsey Reece della Prevention Research Collaboration presso la School of Public Health e il Charles Perkins Center, ritiene che occorre organizzare manifestazioni sportive e attività fisiche per motivare e coinvolgere le persone inattive. «L’attività fisica di ballare al buio – si legge nelle conclusioni dello studio – è descritto dai partecipanti come divertente. Il divertimento è la chiave per coinvolgere le persone nell’attività fisica. Per i partecipanti ballare al buio, spesso con estranei, è un’esperienza sicura ed una scoperta interessante».
No Lights, No Lycra
«No Lights, No Lycra» è una comunità di danza globale nella quale si balla al buio in oltre 75 località di tutto il mondo. «Lo facciamo dal 2009 – si legge nel loro sito – Spegniamo le luci e alziamo le melodie per rilasciare le nostre inibizioni, spostare i nostri umori e allenare un sudore selvaggio – tutto completamente sobrio. Siamo mamme, papà, studenti, avvocati e baristi, dai 12 ai 100 anni. Tutti abbiamo una cosa in comune; nel buio prendiamo vita, scuotiamo il blues e ci perdiamo nella musica. Sì, potrebbe sembrare un po’ strano, lo abbiamo sentito alcune volte prima, ma dal 2009 abbiamo avuto più di 500.000 persone che si sono scatenate in un No Lights No Lycra». Oggi No Lights in tutto il mondo porta la sua personalità unica sulla pista da ballo. I loro eventi locali sono gestiti dalla comunità, per la comunità, al fine di costruire uno spazio di rilassamento. La comunità di «No Lights, No Lycra» è nata in una fredda giornata invernale di martedì 2009 quando cinque persone hanno varcato le porte della St Marks Church Hall di Fitzroy, Melbourne. Da quel momento la notte della danza è cresciuta attraverso il passaparola e nel giro di pochi mesi la sala era piena di persone che condividevano lo stesso desiderio di uno spazio debolmente illuminato per ballare così liberamente come nei loro salotti.