Gaspare Giarratano: ‘si salvano, la gente si salvano in mare’

Mi chiedo se uno dei nostri politici abbia mai sentito nel buio della notte, nell’enormità del mare, levarsi delle grida disperate di aiuto. Noi si’, Gaspare Giarratano

Gaspare Giarratano, 63 anni, è un armatore siciliano. Un uomo che ha passato gran parte della sua vita lavorando con il suo motopeschereccio. Ora che è anziano ha lasciato ‘spazio’ e oneri al figlio Carlo. Il nuovo capitano della barca la notte del 26 luglio scorso, mentre si trovava a circa 50 miglia da Malta, ha individuato e soccorso 50 migranti stipati in un gommone fatiscente. In una video-intervista rilasciata a Rainews 24 l’armatore di Sciacca ha raccontato le drammatiche ore vissute da suo figlio e dall’equipaggio del suo peschereccio. Il linguaggio utilizzato da Gaspare è a tratti sgrammaticato e con il tipico accento siciliano, in questo ricorda i personaggi dei libri di Andrea Camilleri: una ripetizione qua, un modo dire là e tanta tanta umanità, quella tipica dei siciliani onesti che hanno passato la loro vita a lavorare ed a faticare pur di dare una vita dignitosa alle loro famiglie ed a quanti hanno lavorato con loro. Ecco la trascrizione dell’intervista.

Il motopeschereccio Accursio Giarratano – (foto da fanpage.it)

Gli immigrati si trovano da tutte le coste, 100 miglia, da quando la notte li hanno avvistati, è durata fino a ieri sera alle nove questa situazione, volevano salire a bordo però mio figlio non li ha fatti salire, ma non li ha abbandonati gli ha dato viveri, pane, fette biscottate, tutto quello che c’è a bordo, tutta l’assistenza possibile ed immaginabile, acqua, però non li ha fatti salire a bordo, ma nemmeno si è allontanato per abbandonarli, mai, nonostante tutto alle tre e mezzo di notte si mette in contatto con il Comando generale delle capitanerie, che io devo ringraziare, in primis tutte le autorità della Guardia costiera da Roma in su e da Roma in giù, tutti …. Io sono l’armatore, mio figlio è il capitano e la barca porta il nome di un figlio che mi è morto (Accursio) … per noi è una legge scritta nel cuore, non è una legge, in mare è questo, si salvano, la gente si salvano in mare. Poi magari ti imbatti con la burocrazia, però, intanto, andiamo a salvare e poi se ne pensa … La barca di notte, noi facciamo un tipo di pesca che di notte non lavoriamo, lavoriamo di giorno, quindi la barca era ferma e a loro gli è venuto facile avvicinarsi, perché loro al buio questo puntino lo vedevano sul radar, allora si sono messi in allerta vedendo questa cosa che si avvicinava e poi sono andati avanti per non farli salire a bordo, perché hanno insistito per salire, però grazie a Dio è finita bene … Ieri sera è arrivata la Guardia costiera dopo tanti sollecitamenti è arrivata ieri sera alle otto e mezza, già era buio quando è arrivata, fortunatamente grazie a Dio, lo ripeto e dico, ringraziamo tutti quelli che si sono prodigati per questa buona riuscita, di questa cosa, sono arrivati, mio figlio quando loro se li sono messi a bordo, mio figlio se n’è andato, ha fatto la sua navigazione verso Sciacca.

Queste semplici parole, espresse da un umile pescatore siciliano poco abituato a parlare in italiano, sono una lezione di vita che andrebbe presa ad esempio da tutti, soprattutto da chi ci governa, ma purtroppo per una parte degli italiani non è così.

Fonte rainews.it

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