La cultura del «ben-essere»: il Burn out … a scuola

Il Burn-out, indica la sindrome lavorativa del “bruciarsi” o dell’andare in “corto circuito” ed è uno stato caratterizzato da esaurimento fisico, emotivo e mentale con senso di inadeguatezza, auto-svalutazione, apatia, sfinimento, logorio interiore, spersonalizzazione, freddezza, indifferenza.

Le professioni più comunemente esposte a rischio di burn-out sono quelle sanitarie, in cui si vivono situazioni interpersonali emotivamente cariche, intense e/o frustranti e in cui si svolgono incarichi di responsabilità. Tuttavia ci sono altri ambiti lavorativi in cui il burn-out è in agguato, sebbene possa essere sottovalutato o peggio passare inosservato; uno di questi è la scuola.

Sull’insegnamento grava l’anacronistico luogo comune di essere un lavoro fatto di privilegi, come il tempo libero, le vacanze prolungate, le gite gratis, ma cosa viene coperto da un velo di cecità?

In primis la complessità dei tre sistemi interagenti, docenti-allievi-famiglie, che si incontrano/scontrano nell’istituzione scolastica; poi, il passaggio della scuola da agenzia educativa ad azienda in cui incombe l’onere di farsi “pubblicità” e la tensione di dover attrarre iscritti, assicurando offerte formative allettanti; ancora, il sovraccarico di lavoro che esula dalle precipue mansioni educativo-formative (i progetti, i più svariati corsi di adeguamento professionale).

Spesso gli insegnanti non hanno gratificazione personale ed economica, lavorano molto e male in classi in cui gli allievi sono in esubero, percepiscono la precarietà e sono costretti a cimentarsi o reinventarsi in situazioni nuove, senza alcun tipo di supporto. Riflettiamo ancora sulla delicatezza, responsabilità e difficoltà di confrontarsi con soggetti in crescita e con le loro famiglie -diciamolo- spesso richiedenti e deleganti, sulle possibili problematiche comunicative, sull’incomprensione, sull’inefficace o assente confronto/collaborazione fra colleghi o con i superiori e … la lista potrebbe continuare.

Così i docenti si sentono spesso soli, gettati allo sbaraglio ed è facile che il burn-out sia dietro l’angolo!

Stanchezza psico-fisica, senso di insoddisfazione/inaridimento/svuotamento, ansia, depressione, irascibilità, rifiuto ad andare a scuola ogni mattina, possono diventare i vissuti dominanti di chi insegna. Lo stress non permette di svolgere con serenità e pienezza, un lavoro che ha molte responsabilità umane, prima che didattico-ministeriali! Alcune professioni coinvolgono gli aspetti interiori ed emotivi in modo più profondo di altre e l’insegnamento è tra queste, sebbene oggi sia in crisi rispetto alla sua essenza, rispettabilità e valore.

Concludendo con una nota personale, ricordo con affetto, gratitudine, stima, la mia maestra e alcuni miei professori che, per il loro aver saputo cogliere e valorizzare tratti della mia personalità … in tempi non sospetti e per i loro insegnamenti di vita, sono ancora oggi «voci del mio coro interiore».

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