Parcheggio stazione: donna molestata da un uomo

Donna molestata da un uomo all’interno del parcheggio della stazione. A raccontarci tutto è la donna, una cefaludese che oggi ha trovato il coraggio di scriverci la sua storia. «Nell’arco della mia vita vivendo a Cefalù, un paese né troppo piccolo né troppo grande, ho sempre pensato che non sarebbe mai potuto accadere, e tanto meno a me, ciò che sto per raccontarvi». I fatti sono accaduti la sera del venerdì santo ma solo ora la donna ha trovato il coraggio di far conoscere la sua storia. Come tutti gli anni anche la sera di venerdì 25 marzo la donna si reca alla processione del venerdì santo. Vi partecipa insieme al figlio di due anni, ai suoi e al fratello disabile. <br><br>«La processione per noi termina nel momento in cui la Madonna rientra nella Chiesa di San Francesco – racconta la signora – e lì dico ai miei di aspettarmi nella piazzetta  per andare a recuperare la macchina posteggiata nel piazzale auto della stazione ferroviaria». Scende da via Mazzini, percorre via Aldo Moro ed entra all’interno del parcheggio insieme al figlioletto. Mentre sistema il piccolo dietro la macchina, dal cancello vede avvicinarsi un uomo. «In un primo momento penso che sia qualcuno che come me stava prendendo la sua macchina, finché non mi si ferma davanti ed incomincia a fissarmi insistentemente e poi a molestarmi con gesti osceni».<br><br>La signora si trova bloccata fra lo sportello dell’auto e il passeggino. Non può salire in auto perché per farlo avrebbe dovuto spostare il passeggino che era rimasto l’unica cosa che la separava dal tizio. «E’ impossibile stare a descrivere il mio stato d’animo in quell’orribile momento: la paura, l’angoscia per me, …per mio figlio, sentirsi impietrita nell’impossibilità di riuscire a mettere a fuoco quello che avrei potuto fare per difendermi dalle sue sicure maledette intenzioni e poi c’era il mio bambino…se avesse fatto male anche a lui…. Oggi penso alle parole di mia nonna quando mi diceva che nella settimana santa “ u diavulu camina”. Quel diavolo era davanti a me. Come esiste il diavolo oggi sono  più che mai sicura che esistono anche gli angeli e io sono stata più che fortunata nell’averli incontrati… forse un caso…per me no, …una mano divina li ha guidati e niente e nessuno  me lo toglierà dalla testa».<br><br>Bloccata fra l’auto e il passeggino la donna si accorge che arrivano due persone. Trova il coraggio di muoversi, di chiudere il passeggino e di caricarlo nel cofano. Mentre sta per salire sull’auto l’uomo si avvicina e con fare arrogante e minaccioso le dice: «picchì ci su cristiani». Si allontana. Una delle due persone capisce la situazione si avvicina e le bussa al finestrino chiedendo alla signora se stesse bene. <br><br>«Mi suggerisce di bloccare le portiere, …e così faccio. Metto in moto e uscendo dal parcheggio quell’uomo era ancora lì che persisteva con i suoi gesti volgari che manifestavano in maniera esplicita ciò che mi avrebbe potuto fare. Recupero i miei, li accompagno a casa; trovo poi il coraggio dopo l’insistenza di mio marito, che si accorge del mio turbamento, di raccontare l’accaduto e mi accompagna quella sera stessa dai carabinieri per denunciarlo. I carabinieri riescono subito ,e non so come, poiché io li conoscevo solo di vista e non riuscivo a dare indicazioni precise, a individuare gli angeli che si trovavano al parcheggio che offrono il loro grande contributo nel descrivere  quel tizio; vengono immediatamente allertate le pattuglie». L’uomo viene rintracciato.<br><br>Lasciamo adesso la parola alla signora che così ci scrive: «Scusate se ho chiesto al direttore di pubblicare questo scritto senza la mia firma. Ho fatto fatica a scrivere ciò che ho raccontato, credetemi non è stato facile, e ancora ho difficoltà a informare di ciò che mi è successo anche le persone a me più care. Rimane la sensazione terribile che in un certo senso sei responsabile di ciò che ti poteva accadere e ti attanaglia la paura di ciò che sarebbe potuto succedere. Non voglio neanche immaginarlo…ma, ripeto, faccio fatica…. Considerate questo mio racconto solo come un modesto senso di dovere nei confronti di altri, soprattutto di ragazzine, alle quali raccomando  di stare attente, di non andare sole in luoghi poco frequentati, di non stare fuori fino a tarda sera…purtroppo i malintenzionati si possono incontrare. Io, forse,  sono stata un po’ superficiale andando al parcheggio, sola con il bambino, in un luogo così poco illuminato,… cosa potevo immaginare? Purtroppo certe brutte cose le sentiamo solo in televisione, … non pensiamo che possano succedere anche a noi. Non è mia intenzione  trasmettere ansie, paure e creare allarmismi. La mia esperienza è stata terribile ma sono stata fortunata… poteva succedere a me come poteva succedere a qualcun’altra… poteva essere fortunata come me come poteva non  esserlo… Ringrazio ancora questi angeli che si sono trovati a incrociare la mia strada, che mi hanno rincuorata con la loro rilevante collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e  con la loro incondizionata dimostrazione di amicizia; un grato  plauso, naturalmente,  va ai Carabinieri della Stazione di Cefalù che, oltre ad aver dimostrato una spiccata professionalità nel seguire tutta la vicenda, con pochi elementi sono riusciti ad identificare l’autore nel giro di poche ore dando maggiore conforto sia a me che a tutta la famiglia e, sicuramente, più sicurezza alla comunità cefaludese».

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