Chiude l’ospedale di Cefalù? Cosa dicono sindaci, onorevoli e senatori

Sull’ipotesi di ridimensionamento dell’Ospedale Giglio il sindaco di Pollina e deputato nazionale del partito democratico ha già chiesto un incontro all’assessore Gucciardi a nome di tutti i sindaci del comprensorio, per affrontare con lui la questione e verificare se ci sono margini di deroga aprendo un’interlocuzione con il Ministero. «È però importante – commenta Magda Culotta – che questo percorso sia condiviso da tutto il territorio e che ci sia unanimità di intenti e di proposte. Perché una battaglia così importante e delicata si vince solo mettendo da parte personalismi e logiche di appartenenza».

Per il sindaco di Cefalù i tagli che deriverebbero dall’approvazione del nuovo Piano Sanitario Regionale sono tali da impedire il perseguimento delle finalità previste dallo Statuto della Fondazione Giglio e mettono a rischio l’esistenza della Fondazione stessa. «Ci chiediamo, rispetto agli impegni assunti appena un anno fa – commenta – quali obiettivi persegue la regione siciliana, che, è bene ricordarlo, è socio fondatore, assieme al comune di Cefalù, all’Asp di Palermo, all’azienda ospedaliera Villa Sofia – Cervello di Palermo e all’azienda ospedaliera di civico – G. Di Cristina – Benfratelli di Palermo. E’ per questo che riteniamo indispensabile una urgente assemblea dei Soci fondatori, in cui si faccia chiarezza degli intendimenti di ciascuno. Ho già chiesto al Presidente del Cda di farsi parte attiva per la immediata convocazione della riunione, alla quale sono certo che il Presidente della Regione vorrà assicurare la sua presenza, per farci conoscere in che termini il Governo regionale vuole assicurare la sopravvivenza di una fondazione cui, assieme ad altri, ha dato vita».

Per il presidente del gruppo Pd all’Ars, Alice Anselmo, l’ospedale Giglio di Cefalù ha rappresentato e rappresenta un importante punto di riferimento, non solo per il suo territorio. «Alla luce delle voci su un possibile ridimensionamento della struttura, ed alla luce delle preoccupazioni di cittadini e amministratori – commenta – ho avviato una interlocuzione con l’assessore regionale alla salute Baldo Gucciardi ed ho avuto rassicurazioni su un dialogo già in corso con il Ministero con l’obiettivo di poter continuare a mantenere un alto livello di offerta delle prestazioni sanitarie da parte della struttura. È una vicenda da seguire con attenzione, ma è giusto evitare allarmismi dal momento che nessuna decisione definitiva è stata presa fino a questo momento».

Per la senatrice Simona Vicari la scelta della Regione di ridimensionare l’ospedale di Cefalù non è fondata su criteri oggettivi di qualità. «Non si può chiudere – dice – un centro di alta specialità salvaguardandone altri che hanno sia numeri che bacino di utenza di molto inferiori al Giglio». Secondo Vicari «l’ospedale di Cefalù ha tutti i requisiti per rimanere nella rete regionale ospedaliera come centro di primo livello. Serve un bacino di utenti stimato in 596.971 cittadini, registra oltre 23 mila accessi di pronto soccorso ed ha registrato, nell’ultimo anno, l’indice medio di complessità, in ogni disciplina, più alto della media regionale. Inoltre, i tassi di occupazione dei posti letto, per ciascuna unità, sono superiori al 90 percento, segno che l’ospedale manifesta una forte attrazione». La senatrice fa sapere di avere chiesto al Ministero della Salute una verifica dei criteri oggettivi di qualità applicati dall’Assessorato Regionale alla Salute nel redigere la rete ospedaliera perchè sono l’unica garanzia di sicurezza per la salute dei cittadini. «Colgo positivamente l’impegno di Culotta per l’ospedale di Cefalù ma le chiedo di concentrare gli sforzi non per un’interlocuzione con il Ministero della Salute bensì con l’Assessorato regionale alla salute, organo competente e decisorio in materia. Il Ministero – conclude Vicari – assegna ad ogni Regione gli obiettivi spetta poi alla Sicilia decidere se realizzarli con tagli ai nemici o posti letto agli amici».
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