La gestione privata del passato ha fatto ereditare all’ospedale Giglio 40 milioni di patrimonio netto negativo e oltre 70 unità di personale in esubero, figlie di un passato di sprechi e di gestioni allegre». Lo sostiene il sindaco di Pollina e deputato nazionale del Pd, Magda Culotta, che abbiamo intervistato su quanto sta accadendo in questi giorni all’ospedale Giglio di Cefalù.
Vogliono chiudere l’ospedale di Cefalù. Cosa fare per impedirlo?
Prima di tutto bisogna fare chiarezza: non si parla di chiusura ma di razionalizzazione. Comunque sia va fatta una battaglia per contenere, il più possibile, gli effetti negativi di un decreto che purtroppo è molto rigido nelle linee guida. Il compito di noi amministratori è quello di avviare una trattativa con l’Assessore, che incontreremo il prossimo giovedì, per rivendicare il diritto di mantenere i reparti veramente utili e i servizi essenziali per il territorio.
L’ospedale Giglio dice di non ricevere fondi dalla Regione perchè si autofinanza grazie alle sue prestazioni. Che senso ha chiudere dei reparti che funzionano a livello privato se vengono portati avanti senza fondi pubblici?
L’ospedale Giglio non riceve trasferimenti diretti ma il rimborso delle prestazoni sanitarie è garantito dalla Regione Siciliana, quindi da fondi pubblici. Quello che è rimasto del privato sono 40 milioni di patrimonio netto negativo e oltre 70 unità di personale in esubero, figlie di un passato di sprechi e di gestioni ‘allegre’.
La fondazione Giglio formata da enti pubblici porta avanti un ospedale con regole privatistiche. Non è una contraddizione che a gestire privatisticamente l’ospedale di Cefalù siano gli ospedali pubblici più importanti del capoluogo palermitano?
Le regole non sono privatistiche poiché, sia per gli appalti che per le assunzioni, almeno da quando è stata formulata la nuova fondazione per salvare l’ospedale, si segue la normativa pubblica vigente.
Perchè nel costituire la fondazione Giglio si è dato spazio al comune di Cefalù quale socio e non invece a tutti i comuni del distretto sanitario?
La Fondazione Giglio è una fondazione di partecipazione. Per farne parte devi dunque contribuire. Il comune di Cefalù, all’atto della costituzione, contribuì con i terreni dove oggi sorge l’ospedale.
Le Madonie corrono il rischio di scomparire a vantaggio di qualche altra area più vicina al capoluogo?
Vorrei ricordare che il nostro territorio é stato scelto come area prototipale per la Strategia Nazionale delle Aree Interne. Snai non è un mero acronimo ma un’occasione straordinaria per tutto il nostro territorio che permetterà all’Unione dei Comuni di gestire circa 32 milioni di euro sul PO FESR 14/20. Gli interventi finanziati riguarderanno la scuola, la mobilità, le reti digitali, lo sviluppo locale e la sanità. Ecco perchè dobbiamo lottare e non arrenderci. Sarebbe un controsenso che lo stesso Governo, da un lato eroga risorse per migliorare la qualità della vita nelle aree interne, e dall’altro attua politiche che minano un diritto imprescindibile, come quello alla salute.