Ospedale: il sindaco di Cefalù scrive all’assessore Baldo Gucciardi

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il sindaco di Cefalù ha scritto all’assessore regionale alla salute, Baldo Gucciardi

Egregio Assessore, le recenti notizie sul piano di rimodulazione della rete ospedaliera che Ti appresti a presentare alla VI Commissione dell’ARS hanno creato, come già sai, notevole apprensione nell’opinione pubblica, in special modo nella nostra Comunità, il cui Ospedale verrebbe privato di importanti reparti, con possibili gravi ripercussioni anche sull’assetto della Fondazione Giglio, sorta, poco più di un anno fa, per volontà della Regione e degli altri Enti che ne fanno parte. Il nosocomio di Cefalù ha assunto, in questi anni, un ruolo di primo piano nel panorama della sanità siciliana, rappresentando il quinto centro, per numero di accessi, nell’intera provincia di Palermo. Fanno riferimento alla Fondazione Giglio di Cefalù pazienti provenienti non solo dall’area nebrode – madonita, e quindi dalle province di Palermo e Messina, ma anche da tante altre zone della Sicilia che riconoscono la qualità delle prestazioni sanitarie rese, proprio da quei reparti che l’annunciata riforma vorrebbe cancellare, in maniera incomprensibile, se si pensa che proprio queste specialità (oncologia, neurogia, urologia, emodinamica, chirurgia vascolare) costituiscono l’elemento sostanziale e imprescindibile di un progetto sanitario a se stante, affidato alla Fondazione Giglio. Per tale ragione non deve stupirTi se la paventata scelta sia stata accolta con sdegno da un intero Comprensorio, che, nella logica dei tagli, ha dovuto già rinunciare a diversi servizi pubblici, ma che non è disposto a vedere smantellato un presidio fondamentale, perché sia assicurato un livello accettabile di sicurezza e qualità della vita.

Egregio Assessore, l’Ospedale di Cefalù, non è, come da Te dichiarato “una struttura anomala”. E’, viceversa, il frutto di una precisa scelta di “questo” Governo Regionale, sostenuta con convinzione da “questa” Amministrazione comunale. Scelta operata con la Delibera di Giunta Regionale n. 287 del 07 agosto 2013, il cui mandato era quello di costituire una Fondazione “di sole strutture sanitarie pubbliche regionali che potrebbero individuarsi nell’A.R.N.A.S. Civico – Di Cristina – Benfratelli di Palermo e nell’Azienda ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello di Palermo, in quanto afferenti al medesimo bacino assistenziale e nell’ottica dell’ottimizzazione dell’offerta sanitaria nell’ambito delle alte specialità ed, in particolare, dell’oncologia, della traumatologia e delle scienze neurologiche”.

E’ proprio ciò che abbiamo realizzato con la costituzione della Fondazione Giglio e che non ha il carattere, da Te richiamato, della “anomalia” e della “transitorietà”. E’ pertanto la Delibera di Giunta, la cui volontà è trasfusa nell’Atto costitutivo sottoscritto dall’Assessore Regionale alla Salute, ad aver classificato l’Ospedale di Cefalù quale “centro di alta specialità”, che non può essere ricondotto agli stretti parametri del Decreto “Lorenzin”.
Invero, risulta di tutta evidenza che per l’Ospedale Giglio non può individuarsi un bacino d’utenza “ristretto”, in quanto esso, oltre al Territorio di naturale riferimento, ha, per il Deliberato della Giunta Regionale, il medesimo “bacino assistenziale” delle Strutture sanitarie pubbliche regionali che compongono la Fondazione, e deve offrire servizi nell’ambito delle alte specialità, in misura particolare (ma non esclusiva) dell’oncologia, della neurologia e della traumatologia. Eventualità, questa, oltretutto in linea con i dettami del D.M. 70/2015 (Lorenzin), ove, per le “strutture private” è prevista la possibilità di istituire “strutture con compiti complementari e di integrazione alla rete ospedaliera” (punto 2.5).

Assessore, siamo fermamente convinti che l’interlocuzione, alla quale Ti sei detto disponibile, non potrà che fare emergere l’attualità della logica politica e strategica che, poco più di un anno fa, ha visto il Governo Regionale del Presidente Crocetta impegnarsi in un percorso volto a garantire una struttura ospedaliera su cui la collettività pone grande affidamento. Il rispetto delle norme implica he le stesse siano applicate secondo principi di razionalità, tenendo conto delle specificità territoriali e geografiche. Cefalù si pone come cerniera tra più Province ed un vastissimo entroterra, con gravi deficit infrastutturali, specie nella viabilità, dovute anche alla orografia dei luoghi. Il bacino di utenza di un ospedale, del quale parla il Decreto Lorenzin, non è quello riferibile alla popolazione residente in un distretto sanitario, ma l’insieme della popolazione che ha accesso ai servizi che la struttura mette a disposizione. Al nosocomio di Cefalù fa riferimento, per talune specialità, una popolazione residente in vari comprensori, e ciò fa si che il bacino di utenza superi la soglia delle 150 mila unità, con cui si giustifica la presenza di un ospedale di primo livello, D.E.A., che si vorrebbero, oggi, irrazionalmente concentrare nel Capoluogo di Provincia, tutti insistenti nel medesimo bacino di riferimento.
Quanto al numero di accessi al pronto soccorso, che, arbitrariamente, limiterebbe la classificazione di cui al punto 9.2.1 (Ospedale Sede di Pronto Soccorso) del citato Decreto, ci si chiede se identica valutazione sui requisiti sia stata attentamente compiuta, per altre strutture, con riferimento a quell’altro discutibile criterio che, viceversa, esclude la funzione del pronto soccorso quando non vi sia “un tempo di percorrenza maggiore di un’ora dal centro dell’abitato al D.E.A. di riferimento”.

Egregio Assessore, abbiamo ragione di ritenere che, nella applicazione della Legge, cui hai fatto cenno in alcune interviste, vi siano ampi margini, da un lato per confermare la mission di struttura ad alta specialità della Fondazione Giglio, e dall’altro per garantire che questo Ospedale continui ad essere punto di riferimento irrinunciabile per la tutela e la cura della persona. La nostra collaborazione con il Governo Regionale sarà finalizzata ad individuare le soluzioni idonee al perseguimento di questo centrale obiettivo, dal quale la nostra Comunità non può recedere.

Rosario Lapunzina, sindaco di Cefalù

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