Rosario Fertitta: quale mossa vincente dopo le dimissioni di Nardone?

La vicenda delle “dimissioni” del coach Fabio Nardone sta toccando la coscienza dell’intera comunità sportiva cefaludese. Le parole utilizzate dal nostro coach, a poche ore dalle sue “dimissioni”, danno la misura e lo stile dell’Uomo prima ancora che del Tecnico: “per il bene della squadra mi sono fatto da parte”. Chissà se – ancora in vita quell’istrionico e vulcanico Presidente che fu Nando Zannella – la vicenda in questione avrebbe avuto questo epilogo.
E non ne faccio, di certo, un rimprovero alla dott.ssa Emilia Anastasi alla quale – al contrario – va il totale e smisurato ringraziamento di una intera comunità per l’immenso sacrificio economico che – da sola – sta sopportando, proprio nel ricordo di Nando, nel garantire la squadra in Serie B. Dopo appena 3 giornate di campionato si è creata una frattura tra la squadra ed il coach. Su quali possano essere le motivazioni, più o meno tecniche, non sta a noi valutarle.

Nardone è stato ed è un professionista e sta preferendo immolarsi per salvaguardare, con Onore, l’immagine di una intera Città. Ma il problema rimane ed è sotto gli occhi di tutti. Solo chi non ha mai masticato un po’ di basket e non ha mai calcato il parquet non potrà comprendere le dinamiche interne di queste ultime ore che hanno portato a quanto successo. Prendo a prestito e condivido le parole dell’Amico Piero Morici, dirigente della Zannella Basket, quando dice che il pubblico deve fare il pubblico ed i giocatori devono fare i giocatori. Sta proprio qui la chiave di lettura. Ciascuno deve rispettare il proprio ruolo senza sconfinare in atteggiamenti provocatori o offensivi verso i propri interlocutori.

Cefalù è una piazza cestistica conosciuta per la propria correttezza e per il proprio entusiasmo. Qui hanno giocato fior di giocatori con i quali si è sfiorata una storica promozione in Serie A2. Fabio Nardone è stato uno di questi. E ha lasciato il Segno. Forse meritava maggiore Rispetto. Anche da Chi ha trascorsi professionistici ed ha accettato Cefalù perché ha creduto al progetto. E’ un momento fondamentale per il prosieguo del campionato. Per la squadra e per il pubblico, con in testa gli indomabili Ultras della Brigata dedicata alla memoria di Lollo De Lise che, sono certo, ritorneranno già da domenica a dettare il tifo al PalaCefalù. Forse è il momento di chiamare a far parte dell’organigramma societario qualche storica bandiera cefaludese. Penso a Ciccio De Lise, a Totò Marsala, a Totò Campolattano. Ragazzi che conoscono il linguaggio dello spogliatoio, il vocabolario non scritto di sguardi, emozioni ed incazzature che solo chi ha sputato sangue sul rettangolo di gioco può tradurre e interpretare positivamente. Potrebbe essere, forse, la mossa vincente. Al di la dei 2 punti della vittoria in campo.

Rosario Fertitta

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