passeggio sul lungomare,
in un giorno che l’inverno
sembra dimenticare
guardo lontano
e affido pensieri
alle onde del mare
e li vedo verso l’infinito
allontanare.
da un brivido mi sento attraversare
non è il freddo,che mi toglie il respiro,
ma è il paesaggio che timida ammiro.
Il tempo, mi sembra clemente,
il tiepido sole,ti fà apparire
splendente.
Bella,di bellezza naturale
niente ti riesce a turbare.
Ti estendi,elegante e fiera
ai piedi della rocca imponente
città di memoria ruggeriana
si erge , a dominarti possente
,la cattedrale, basilica
dal passato regale.
il cielo, la terra , il mare,
si fondono a farti
da splendido sfondo.
Nel paese , le porte e le finestre,
si schiudono al tiepido sole.
Voci di madri,i figli a chiamare,
urla di gioia,trastulli e schiamazzi,
di piccoli che s’inseguono
correndo verso il mare.
persone attorno a passeggiare,
donne ai balconi a chiacchierare.
Il tempo cosi assolato,
permette di stendere il bucato,
e dalle finestre aperte ,
lenzuola sventolano leggere
,e col vento sembrano danzare,.
panchine che raccontano mille storie
,riposano i miei passi,
gli occhi, di bellezza,
ormai son sazi.
le vie , dal sole sono rallegrate
il cielo, di gabbiani in volo,
ricamano le nuvole di nuovo
, barche uscite in fila propiziano speranzosa pesca .
Guardarti, mi riempie di orgoglio,
ogni passo, riscopro un mondo
spazi,remoti e segreti,
raccontano riflessi di storie sconosciute.
mi fermo un attimo a pensare ,
a quanti ,ti hanno governato,
e questo spettacolo
non hanno tutelato
,il paesaggio malamente sfruttato.
mi appari come splendida donna possente,
la bellezza sempre evidente,
ma i tuoi occhi , parlano di ferite,
che con coraggio potrebbero essere lenite
,lavorando e insieme collaborando
,le ferite andrebbero guarite,
le risorse sfruttate,
le potenzialità avvantaggiate.
la città si vuol sentir viva,
bellezze come in te in giro,
non ci sono pari
con forza e coraggio,
ti rialzi orgogliosa e fiera
e riappari agli occhi
di chi ti ama
così come eri ieri.