Se tutte le donne si fermano, cosa accade? L’8 marzo 2017 le donne di 40 paesi del mondo hanno dichiarato uno sciopero globale dal lavoro produttivo e riproduttivo (“riproduttivo” è il lavoro di cura, cioè tutti quei lavori domestici che le donne svolgono, il più delle volte senza essere retribuite). E’ un immenso evento planetario cui parteciperanno milioni di donne. Lo sciopero sarà reale o simbolico con assemblee, cortei in numerose città, presidi e piazze tematiche, flash mob e proteste sul web (Twitter storm).
E’ triste doverlo ammettere, ma stando a un report del World Economic Forum, solo nel 2133 ci potrebbe essere (il condizionale è d’obbligo) la parità di genere tra uomini e donne in Italia. Infatti, nello studio periodico “Global Gender Gap Report” il World Economic Forum ha analizzato il divario di opportunità tra uomini e donne in 135 paesi: l’Italia è al 74° posto, grazie ad uno scellerato divario nei salari tra uomini e donne e l’assenza di queste ultime tra le top manager. Tutte le forze politiche, comprese quelle impegnate nelle elezioni amministrative del nostro paese, ogni anno utilizzano l’8 marzo per sprecare promesse e buone intenzioni a favore delle donne, ma poi arriva il 9 marzo, il 9 aprile, il 9 maggio e passano gli anni senza che nulla cambi: il nostro augurio è che siano le donne a cambiare, perché non basta essere di genere femminile per essere Donna, ma è dalle Donne che si deve partire per cancellare discriminazioni e abusi.
Per questo il nostro augurio va a tutte le madri, le figlie, le mogli, le compagne e le colleghe disposte a mettersi in gioco per costruire una comunità a propria immagine, pronte ad insegnare la dedizione, coraggiose nell’ascoltare le proprie emozioni e trasformarle in azione, perché l’assenza di calcolo e di misura appartiene solo alle persone nate libere.
Il nostro augurio va a tutte le Donne migranti, perché la loro forza e determinazione sia da esempio alle nostre giovani Donne, perché il destino di quelle Donne che fuggono sia il carburante delle nostre Donne che restano.
Il nostro augurio va a tutte le Donne anziane, così numerose nella nostra comunità, perché continuino a donarci i loro ricordi, patrimonio inestimabile e di estrema utilità per la nostra identità, perché non conoscano la solitudine e restino protagoniste della nostra Storia.
A Castelbuono si deve ancora fare molto per le donne, per le mamme, per le lavoratrici, ed è insieme e grazie a loro che le speranze possono diventare fatti: nel percorso che stiamo costruendo non ci sono promesse, ma Persone, Donne ed Uomini che il domani lo vogliono costruire con le loro mani. Come le mani delle nostre Madri, che ci hanno plasmato.
Gruppo promotore per Mario Cicero sindaco