Partire per una nuova esperienza e tornare a casa gratificati per il lavoro portato a termine, dopo tanti sacrifici e mille peripezie, è quello che tutti si augurano. Soprattutto quando di mezzo c’è la promozione turistica di una città come Cefalù, le cui origini si perdono nel mito, la cui bellezza resta indiscutibile e il cui futuro è sempre più appeso ad un filo.
Non è mai facile restare obiettivi. Non è facile nemmeno presentare progetti nuovi e freschi, che sappiano rivoluzionare la chiusura mentale e culturale su cui si è deciso deliberatamente di adagiarsi. E si tenta di procedere un passo alla volta, sperando di non forzare la mano, ma di nutrire, con grande attenzione, le idee che partono dal basso, provenienti dai giovani troppo spesso dimenticati, perché lontani dal “partito preso”, perché dissidenti, perché critici di fronte a una realtà che sbarra le porte.
Poi ti capita l’occasione giusta per fare del tuo meglio: investi tempo e speranze, e ti butti a capofitto. Impari a confrontarti con le resistenze della gente che si sente “sfruttata”, ma non nega che ha bisogno di stimoli, di cambiamenti importanti. Conosci la realtà che ti è vicina, captandone ogni singola difficoltà quotidiana, e provi a rivalutarla. Cosa c’entra tutto questo pessimismo con Cefalù? Forse nulla. Forse tutto. Le convergenze economiche internazionali hanno colpito il turismo prima di ogni altro ambito, facendo colare a picco intere realtà, compresa Cefalù.
Quando si è cominciato a pensare di riportare la città normanna a Bit di Milano, si è anche pensato di valutare rischi e possibili fratture. Ma il cuore impavido di chi non molla un colpo, malgrado tutto e tutti, ha guardato ben oltre la siepe leopardiana e, stavolta, ha visto giusto. Con le associazioni di CefalùBellaOvunque e Camminando, Salvatore Marsala sonda nuovamente il terreno di una delle fiere turistiche più importanti d’Italia (e non solo!), facendosi aiutare da giovani di grande talento, che mostrano alla città che non sanno solo scrivere sui social, che non sono solo “giovani dementi”, che non sanno solo criticare, ma amano e sanno fare: di questo Martina Guercio e Silvio Ciolino possono andarne fieri, perché finalmente qualcuno ha saputo concedere loro quello spazio necessario per far venire fuori ciò di cui sono davvero capaci. E accanto a loro l’insostituibile presenza di Filippo Serio, che ha saputo coordinare in modo ineccepibile tutti gli aspetti organizzativi dello stand dedicato a Cefalù.
Certo, la soddisfazione sarebbe stata di certo maggiore se non fosse servita una “denuncia” telefonica all’emittente radio cefaludese, attraverso la quale si è lamentata l’assenza fotografica della meravigliosa Cattedrale di Cefalù al fianco di Monreale e Palermo, che insieme rappresentano quell’insigne riconoscimento UNESCO tanto celebrato negli ultimi mesi. Ma rassicurante è stata l’incredibile apparizione giunta poco dopo all’interno di proiezioni random, che lasciano immaginare quale potere abbia l’uso della parola dinanzi alle dimenticanze dei poteri forti. Ciononostante, l’esperienza di chi ha vissuto Bit per la prima volta resta positiva, avendo potuto arricchire la promozione di un prodotto già conosciuto ovunque in tutta Italia. L’amore nei confronti della terra di Ruggero è incommensurabile; chi si è fermato allo stand ha raccontato le sue vacanze, lasciando che lo staff cefaludese vivesse insieme a loro quei ricordi che apparivano familiari e nitidi: scene di vita quotidiana, di amori mai dimenticati, di serate sulla spiaggia a rimirare il mare, di scorpacciate uniche, di persone speciali, di tramonti insostituibili. Chissà cosa manca per deporre le armi! Ma su una cosa non ci sono dubbi: Cefalù ritornerà presto a risplendere.