Fra sessanta giorni la verità sulla morte di Amendolia

La verità sulla morte di Mauro Amendolia arriverà fra sessanta giorni. Serviranno, infatti, gli esami istologici per capire cosa è realmente successo al pilota messinese morto venerdì scorso nella terza prova speciale della prima tappa del rally Targa Florio. Un incidente su un rettilineo nei pressi del rifugio Orestano sulla provinciale 54 in cui ha perso la vita anche il commissario di percorso Giuseppe Laganà ed è rimasta gravemente ferita la figlia di Amendolia, Gemma. Il medico legale del Policlinico di Palermo Antonietta Argo ha effettuato oggi l’autopsia. Secondo i primi riscontri, Mauro Amendolia avrebbe subito un devastante trauma cranico nell’impatto della Mini Cooper contro il terrapieno a bordo strada. Un impatto talmente violento che il casco non è bastato a contenere l’urto contro una parte dell’abitacolo.

L’autopsia è stata disposta dal pubblico ministero di Termini Imerese Paolo Napolitano. L’attenzione dei medici che hanno esaminato il corpo di Amendolia è soprattutto sull’accertamento delle condizioni fisiche del pilota negli istanti precedenti all’incidente. Per questo sono stati prelevati alcuni campioni di tessuto del cuore e di altri organi che verranno analizzati. Si va alla ricerca di riscontri su un eventuale malore del pilota poco prima dell’uscita di strada. Intanto restano gravi ma stazionarie le condizioni di Gemma Amendolia, ricoverata nel reparto di rianimazione 2 dell’ospedale Civico.

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