Cefalù la città più tassata: lo dice uno studio di Federalberghi

Uno studio sulla tassazione alberghiera comunale fra otto destinazioni turistiche siciliane è stato effettuato dalla federalberghi in collaborazione con la Confcommercio Sicilia. Le otto località prese in considerazione sono Cefalù, Agrigento, Castellammare del Golfo, Eolie, Palermo, Taormina, San Vito Lo Capo e Ragusa. Dallo studio viene fuori che per quanto riguarda gli Alberghi, in fatto di Tari, il comune di Cefalù è quello più caro. E’ in vetta alla classifica fra le otto località con 5,78 negli alberghi con ristorante e 5,35 in quelli senza ristorante. A seguire, in questa speciale classifica, Agrigento con 4,83 e 4,05 e poi Castellammare del Golfo (4,02 – 4,02), Eolie (3,97 – 3,94), Palermo (2,1 – 1,8), Taormina (2,05 – 5,51). In fatto di riduzione Tari, poi, il comune di Cefalù, insieme a quello di Taormina, sono gli unici dove non viene applicata. E’ abbattuta del 30%, invece, ad Agrigento, del 40% a Castellammare e sempre del 30% nelle Eolie, a Palermo e Ragusa. E’ del 10%, infine, l’abbattimento a San Vito lo Capo.

A Cefalù, poi, Tari sempre più cara anche fra gli stabilimenti balneari dove è del 3,57 e nelle altre località oscilla fra lo 0,7 e il 2,82. Un’altra comparazione dello studio riguarda la tassa di soggiorno. Anche in questo caso Cefalù è la località più penalizzata. Si paga, infatti, fino a dieci giorni massimo di permanenza nonostante quest’ultima mediamente sia di 3,82 notti. A Palermo, invece, si paga fino a quattro giorni e a San Vito lo Capo è diversificata per stagioni. Un confronto a parte è stato fatto per quanto riguarda l’Imu ed anche in questo caso Cefalù è in vetta con il suo 1,06% così come a Palermo e Taormina. E’ dello 0,97 a Castellammare, dello 0,90 a Ragusa e dello 0,86 a Agrigento.

«A seguito di questa comparazione – commenta Francesco Randone, Vice Presidente Federalberghi Palermo – si evince come la tassazione applicata negli anni dal comune di Cefalù alle strutture alberghiere non è stata attenta ed equa come la stragrande maggioranza degli altri comuni. Non si attenziona nè la capacità di raccolta differenziata che le strutture producono, ne si applica nessuna riduzione per le strutture stagionali che devono pagare pure nel periodo di chiusura, così come era previsto nel regolamento Tarsu in vigore fino al 2013 anche se mai applicata. Non si fa nessun riferimento di agevolazione per le strutture certificate (ISO 14001 o EcoLabel). Per quanto riguarda l’IMU oltre ad avere la percentuale massima la rendita catastale sul territorio di Cefalù è la più alta dopo il comune di Taormina. Altre considerazioni ai lettori».

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