La festa è preceduta da una solenne quindicina, durante la quale, ogni mattina, all’alba, vengono numerosissimi, dai paesi vicini, i fedeli d’ogni età, molti a piedi scalzi, per partecipare alla celebrazione eucaristica e cantare le lodi di Maria. Giorno 15 agosto, dall’alba a mezzogiorno, è un continuo affluire di persone, che arrivano festose. Al Santuario arriva una grande moltitudine di gente, proveniente non solo dai paesi vicini, ma anche da paesi lontani e città. Nel passato i fedeli che arrivavano da lontano sostavano al Santuario e solevano rifocillarsi principalmente con carni ovine, macellate sul luogo, dove v’erano le logge riservate ai macellai. I dintorni si riempivano di nugoli di fumo e si sentiva ovunque gradito odor di caldo arrosto, che veniva consumato con grande appetito e in santa allegria di semplicità dai devoti pellegrini, seduti a terra o in piedi, sparsi a piccoli gruppi familiari, nell’aperta campagna, presso il Santuario.
Il Santuario della Madonna dell’Olio sorge nell’aperta verde campagna sul declivio d’una estesa ubertosa collina, a 660 metri di altitudine, nel territorio del Comune di Blufi. La chiesa è stata sempre denominata col titolo di “Madonna dell’Olio”. Tale denominazione si pensa derivi dal famoso olio minerale che, da tanti secoli, affiora in una vicina fonte e viene adoperato, con devozione mariana, come farmaco efficacissimo nelle malattie cutanee e come rimedio vermifugo.
La festa dell’Assunta è celebrata in quasi tutti i paesi della Madonie. In particolare sul colle di Gibilmanna la festa dell’Assunta ha tradizioni antichissime. Sull’altare maggiore della chiesa nel 1623 è stato collocato un grande dipinto dell’Assunta di autore sconosciuto. Fra le curiosità di ferragosto legate al santuario di Gibilmanna va ricordato quanto accaduto nel 1760 quando il vescovo della diocesi di Cefalù, di allora, Gioacchino Castelli, incorona la Vergine e il Bambino con delle corone pervenute dal Vaticano. La storia narra che all’avvenimento partecipò una folla di persone e per l’occasione un muto e un cieco riacquistarono rispettivamente la parola e la vista.