Una preghiera per la città di Cefalù e in particolare per quanti soffrono o sono in difficoltà: gli ammalati, gli anziani, coloro che non trovano lavoro, quanti sono oppressi da forme di sopruso e d’ingiustizia. E’ stata elevata dal parroco dell’Itria, don Liborio Asciutto, durante l’omelia per la festa dell’Addolorata che si è celebrata al Molo.
“Oggi qui, dinanzi al mare, alla Città e alla Rocca – ha detto don Liborio – rivolgiamo il nostro pensiero a Maria Addolorata. Mater dolorosa è uno dei tanti titoli dati nel corso dei secoli alla madre di Gesù. Esso riguarda anzitutto i dolori da lei subìti nel suo seguire Gesù. Pensiamo soltanto a quando sta in piedi presso la croce sulla quale è crocifisso il figlio, accogliendolo poi morto tra le proprie braccia. Prima di morire Gesù affida a lei il suo diletto discepolo Giovanni: “Figlio, ecco tua madre”. Da quel momento Maria diventa madre di tutti i discepoli di Gesù”.
Don Liborio ha messo in risalto come nella grande tradizione ecclesiale Maria è diventata immagine esemplare della Chiesa, di ciò che essa è, ma anche di ciò che dovrebbe essere ed anche di ciò che sarà. “La Mater dolorosa – ha detto – accoglie pertanto sotto il suo manto tutti i dolori dei suoi figli, nei tormenti del mondo che aspira alla sua liberazione, diventando così anche Consolatrice degli afflitti. Da credenti pensiamo che oggi Maria accoglie sotto il suo manto i milioni di uomini donne e bambini che fuggono dalle proprie terre a causa delle guerre, delle violenze, della fame. E non dobbiamo considerare soltanto quelli, così numerosi che attraversano in maniera perigliosa, il nostro mare. Il fenomeno migratorio dei popoli oggi investe intere regioni dell’Africa, dell’Asia e dell’America latina, suscitando ovunque danni e tensioni”.
Rivolgendo il suo pensiero alla città di Cefalù, don Ciborio ha continuato: “preghiamo che Maria rivolga il suo sguardo amorevole a quanti in essa soffrono o sono in difficoltà: gli ammalati, gli anziani, coloro che non trovano lavoro, quanti sono oppressi da forme di sopruso e d’ingiustizia. Rivolgendoci a Maria quale nostra madre, da lei intercediamo sollievo e consolazione, conforto e speranza, impegnandoci nello stesso tempo a imitarne la fede forte e risoluta e a vivere ogni giorno seguendo gli insegnamenti di Gesù nostro unico maestro di vita”.
A conclusione della sua breve omelia don Liborio ha chiuso con una preghiera dell’indimenticato Card. Carlo Maria Martini:
“Tu Maria, sei Madre del dolore, tu sei colei che non cessa di amare Dio nonostante la sua apparente assenza, e in Lui non si stanca di amare i suoi figli, custodendoli nel silenzio dell’attesa. Nel tuo Sabato santo, o Maria, sei l’icona della Chiesa dell’amore, sostenuta dalla fede più forte della morte e viva nella carità che supera ogni abbandono. O Maria, ottienici quella consolazione profonda che ci permette di amare anche nella notte della fede e della speranza e quando ci sembra di non vedere neppure più il volto del fratello!
Tu, o Maria, ci insegni che l’apostolato, la proclamazione del Vangelo, il servizio pastorale, l’impegno di educare alla fede, di generare un popolo di credenti, ha un prezzo, si paga “a caro prezzo”. E’ così che Gesù ci ha acquistati, come ci ricorda la prima lettera di san Pietro. Donaci, o Maria, quell’intima consolazione della vita che accetta di pagare volentieri, in unione col cuore di Cristo, questo prezzo della salvezza. Fa’ che il nostro piccolo seme accetti di morire per portare molto frutto” (La Madonna del Sabato Santo,Milano 2000, pp.34s.).
A conclusione della messa sono state benedette delle coroncine che il parroco ha regalato a tutti i presenti per conto della parrocchia, a ricordo della celebrazione del 2017 e con l’invito a pregare spesso col S. Rosario. “Che la Madonna Addolorata – ha chiuso don Liborio – interceda presso il cuore del suo figlio Gesù per voi e per le vostre necessità”.