«Dateci una fermata alla stazione di Lascari»: la richiesta dei pendolari

Hanno scritto a Trenitalia per chiedere una fermata alla stazione di Lascari per il treno che da Messina viaggia verso Palermo e che parte da Cefalù alle 7:03 e da Campofelice alle 7:19. Chiedono la fermata per evitare ai viaggiatori di recarsi ogni mattina a Campofelice per raggiungere il capoluogo. “Questo treno – scrivono i pendolari nella missiva – ogni giorno si arresta a Fiumetorto (stazione che non fa servizio passeggeri) per svariati minuti per dare la precedenza ad un treno proveniente da Catania, sprecando del tempo senza nessuna utilità per i pendolari, tempo che potrebbe essere impiegato per fare la fermata a Lascari senza apportare nessuna modifica all’orario già in vigore e senza ricadute sulla circolazione”.

Nella lettera i pendolari riportano quanto accaduto lo scorso 5 luglio quando il treno ha atteso a Fiumetorto per tredici minuti. Riportano anche quanto accaduto presso la stazione di Campofelice lo scorso 18 ottobre quando il treno è arrivato con 7 minuti di anticipo ed è rimasto fermo ad attendere le ore 7:19 per ripartire, come da orario, verso Fiumetorto dove si arresta nuovamente. “Grazie ad una notevole riduzione dei tempi di percorrenza – scrivono i pendolari – la tratta Cefalù-Campofelice si percorre realmente in 10 minuti compresa la fermata a Lascari mentre la traccia del 3771 prevede 15 minuti senza la fermata a Lascari”. Gli stessi pendolari aggiungono che “a breve verrà attivato il raddoppio ferroviario fino a Cefalù Ogliastrillo e conseguentemente il treno 3771 non dovrá più rimanere arrestato per svariati minuti presso la stazione di Cefalù in attesa del R3774 proveniente da Palermo centrale per effettuare coincidenza, recuperando ulteriore tempo per effettuare la fermata a Lascari”.

Nella lettera inviata a Trenitalia i pendolari dicono di non comprendere come sia possibile che proprio questo treno effettui tutte le fermate nelle stazioni della Provincia di Palermo nella tratta tra S.Agata di Militello e Termini Imerese tranne Lascari. “È assurdo che il treno regionale più importante per la mobilità di lavoratori e studenti non fermi a Lascari! Per noi questo è davvero inaccettabile! Se non verrà ancora garantita la fermata e le frequenze che da anni sono richieste dai pendolari, saremo legittimamente portati a credere che non vi siate mai mossi realmente in tal senso ma piuttosto che abbiate ignorato le reali esigenze del territorio. Ai pendolari, che attualmente sono costretti ad optare per l’uso dell’automobile per raggiungere il capoluogo, si eviterebbe un notevole disagio e anche l’ambiente ne beneficerebbe, visto che l’uso del mezzo pubblico comporta inevitabilmente una minore emissione di CO2 nell’atmosfera. Il deturpamento del territorio, la devastazione paesaggistica dovuta alle barriere fonoassorbenti e la demolizione della stazione ferroviaria di Lascari-Gratteri icona cinematografica nota a tutti nel mondo, che, volenti o nolenti, siamo stati obbligati ad accettare, non sarebbero altro che i risultati dell’ennesima speculazione attuata nella nostra terra senza alcun giovamento per le comunità locali”.

I pendolari oltre a chiedere la fermata domandano anche il ripristino presso la stazione di Lascari dell’emettitrice automatica dei biglietti, rimossa dal fabbricato viaggiatori della vecchia stazione di Lascari-Gratteri, che risulta essere l’unico modo per acquistare un biglietto del treno nelle vicinanze del nuovo impianto ferroviario. “Si porrebbe fine così – continuano i pendolari – ad una storica e sconcertante tradizione negativa di abbandono, miopia ed insensibilità mostrata dai vertici Regionali di Trenitalia verso le esigenze di un bacino di pendolari giornalieri verso il capoluogo ben superiore di quello di altre stazioni della Provincia dove invece viene offerto un servizio superiore chissà per quale ragione.
Disinteresse verso un territorio ad alta vocazione turistica che continua a danneggiare Lascari, per ultimo la recente esclusione della stazione di Lascari dalla promozione attuata riguardo il progetto Madonie a passo lento”.

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