Cefalù: consiglieri comunali denunciano la caccia al tesoro delle responsabilità

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo un comunicato a firma del Gruppo consiliare Cefalù terzo millennio sul recente sequestro dell’impianto di sollevamento di piazza Marina a Cefalù.

Su tutti gli organi di stampa impazza il video dello scarico libero di reflui in una delle zone più suggestive della nostra Città: la Marina. Ancora una volta, Cefalù assurge agli onori della cronaca con immagini che ledono profondamente il cuore dei cefaludesi. Ancora una volta, il Gruppo Cefalù Terzo millennio non entra nel merito delle vicende giudiziarie, non essendo interessato a tentare di attribuire un’identità agli ignoti contro cui indaga la Procura della Repubblica di Termini Imerese.

In questa vicenda vi sono due certezze e cioè che:

  1. “L’impianto di sollevamento, installato nella Piazza Marina di Cefalù, è stato sottoposto a sequestro penale ex artt.256 e ss. c.p.p., disposto in data 27 dicembre 2017 dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Termini Imerese, dott. G. Antoci”;
  2. In data 14 novembre u.s.,  il Sindaco ha emanato “ nei confronti di ditta specializzata nel settore, apposita Ordinanza sindacale, volta alla esecuzione delle opere urgenti finalizzate al ripristino delle generali condizioni di funzionalità e di sicurezza igienico-sanitaria degli impianti della stazione di sollevamento di Piazza Marina”.

Il Sindaco Lapunzina, attento e puntuale come sempre, pur dichiarando di non essere attualmente gestore dell’impianto  (opinione del tutto personale e non suffragata da atti e provvedimenti degli Enti competenti), ma consapevole della proprietà dello stesso, ha emesso ordinanza sindacale con  la connotazione della somma urgenza “in ragione dell’accertato stato di non regolare funzionamento dell’impianto e della possibilità che potessero verificarsi condizioni di disagio ambientale con connessioni di natura igienico-sanitaria”.

Solo 43 giorni dopo, grazie all’intervento della Procura della Repubblica di Termini Imerese, si rende conto che la sua ordinanza urgente era stata disattesa e che per ulteriori 43 giorni, ovviamente a sua insaputa, la nostra città è stata esposta a rischi igienico-sanitari”, quindi ha avviato la sua abituale caccia al tesoro delle responsabilità.

La priorità quindi, è stata quella di emettere l’ennesima ordinanza, sempre alla stessa ditta, già precedentemente incaricata nel periodo da  giugno a ottobre 2017  anche per “la manutenzione e il controllo costante, onde assicurare il corretto funzionamento…. dell’impianto  di sollevamento liquami di piazza Marina”, non già quella di garantire le essenziali condizioni igienico sanitarie alla città.

Non ci resta che dire che nel primo semestre del secondo mandato del Sindaco Lapunzina è stata scritta un’altra triste pagina della storia della nostra città penalizzata da una vergognosa situazione sia per quanto riguarda  la depurazione che  la potabilizzazione.

Il Gruppo Consiliare  Cefalù Terzo Millennio

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