I dieci vescovi di Cefalù che hanno fondato la Diocesi

Sono dieci i vescovi cefaludesi che con la loro opera ed il loro impegno hanno gettato le fondamenta per la nascita e, soprattutto, la crescita della diocesi di Cefalù voluta da re Ruggero. Sono i presuli che, attraverso non pochi problemi, si sono alternati sulla Cattedra cefaludese dal riconoscimento ufficiale di Papa Alessandro III (nella foto a destra) al momento in cui in Sicilia arrivano quei Vespri che segnano una svolta storica anche per la diocesi cefaludese.

Il primo di questi dieci vescovi è stato fra Bosone de Gorram. Era uno dei frati agostiniani che officiavano in Cattedrale. Ad eleggerlo fu re Guglielmo I nel 1157. Non era facile in quegli anni fare il vescovo di Cefalù. Re Ruggero, infatti, si era schierato a fianco dell’Antipapa Anacleto II che era stato eletto in contrapposizione a Papa Innocenzo II. Questo rese difficili i rapporti con Roma e per questo il Papa non confermò i primi vescovi eletti, proprio da re Ruggero, a guida della nuova diocesi. La prima conferma ufficiale del Papa ad un vescovo della nuova diocesi arrivò nel 1166. Porta la firma di Alessandro III ed è verso fra Bosone che per questo inizia a firmarsi quale primo vescovo di Cefalù, dopo la rifondazione ruggeriana. A lui è indirizzata la Costituzione apostolica dell’erezione della nuova diocesi emanata nel 1771. Bosone morì nel 1172. Dopo di lui, per un ventennio circa, si alternano a vescovi di Cefalù tre frati agostiniani: fra Giovanni, fra Guido e fra Benedetto. Sono gli anni nei quali proprio i frati chiamati da Ruggero ad officiare nella nuova Cattedrale riescono a porre in maniera decisiva le basi religiose della nuova diocesi.

Si deve a loro, poi, se nel 1195 Cefalù vive senza molti problemi la novità di un vescovo che non appartiene al cenobio agostiniano che officiava nel Duomo. E’ il quinto vescovo di Cefalù e porta il nome di Giovanni Cicala, figlio del conte di Collesano. Governò la diocesi per circa dieci anni fino alla sua morte avvenuta nel 1216. A lui si deve la fondazione di un ospedale in città ma anche il definitivo affermarsi della nuova diocesi sul territorio. Dopo la sua morte si alternano al governo della diocesi tre vescovi costretti a vivere, molte volte in silenzio, alcuni gravi contrasti con l’imperatore Federico II a causa di alcuni diritti concessi alla diocesi da Enrico VI e dall’imperatrice Costanza che il nuovo Re non volle riconoscere. Questi tre vescovi pur di far crescere la nuova chiesa accettarono di lasciare la diocesi per ritirarsi in esilio pur di non far venire meno le fondamenta al vescovado. Il primo è stato Arduino, un frate minore conosciuto come Francesco da Cefalù, che riceve la conferma da papa Onorio III. Restò alla guida della diocesi per un ventennio ma dovette andare in esilio per ben due volte. Alla sua morte nel 1238 viene eletto e nominato il campano Jocelmo. Guida la diocesi per un decennio ed anche lui soffre i contrasti con l’Imperatore. La situazione non cambia con la nomina a vescovo di Riccardo Grizetta, un minore francescano del messinese, costretto a lasciare Cefalù per qualche tempo per ritirarsi nella sua Messina. Alla morte di Federico II venne richiamato a Cefalù ma morì dopo qualche anno nel 1253.

Il 30 settembre di quello stesso anno viene nominato vescovo il romano fra Tommaso Fusconi che non ha nemmeno il tempo di prendere possesso della diocesi perché alcuni giorni dopo, il 13 dicembre del 1253, viene nominato vescovo di Siena. Si ha notizia per il 1253 di un vescovo chiamato Aidone ma di lui le cronache dicono che non ha mai ricevuto alcuna conferma da parte del Papa. Il 7 febbraio del 1254 viene nominato vescovo di Cefalù il romano Giovanni Di Stefano. Governa la diocesi per circa quindici anni. Durante il suo episcopato è stata consacrata la Cattedrale di Cefalù. Era il 10 aprile del 1267.

Alla morte del vescovo Giovanni, avvenuta nel 1269, viene nominato a vescovo di Cefalù il francese Pietro di Tours che resta alla guida della diocesi per circa cinque anni. E’ il primo vescovo straniero a sedere sulla cattedra cefaludese ma anche l’ultimo di quei dieci presuli che portano la nuova diocesi alla vigilia dei Vespri siciliani scoppiati nel 1282. Pietro, infatti, muore tre anni prima di quella grande rivoluzione siciliana che cambia molte cose anche nella nuova diocesi di Cefalù.

Ecco in sintesi i primi dieci vescovi della nuova diocesi di Cefalù rifondata da Ruggero II.
1. fra Bosone (1166 – 1172)
2. fra Giovanni (1173)
3. fra Guido (1173 – 1193)
4. fra Benedetto (1193 – …..)
5. Giovanni Cicala (1195 – 1215)
6. fra Arduino
7. Jocelmo (1240 – 1248)
8. fra Riccardo Grizetta (1249 – 1253)
9. Giovanni Di Stefano (1254 – 1269)
10. Pietro da Tours

E’ bene ricordare che esistono due tipi di elenchi dei vescovi cefaludesi. Il primo mette uno dietro l’altro tutti i vescovi di cui si ha notizia per Cefalù senza distinguere se hanno ricevuto o meno la conferma del Papa e senza considerare se hanno preso o meno possesso della diocesi. A noi interessa la Cronotassi che è la successione cattolica dei presuli che si sono alternati a Cefalù. In questo elenco il vescovo vi entra a far parte solo in presenza di due caratteristiche: la nomina Pontificia e la presa di possesso della diocesi che è l’atto giuridico con cui il nuovo presule assume l’esercizio del governo della diocesi assegnatagli dal Papa. La nomina dice la cattolicità del Vescovo mentre la presa di possesso racconta la tradizione universale della chiesa. Nella Cronotassi dei vescovi di Cefalù, che va dalla rifondazione ai vespri siciliani, quindi, non vi possono far parte i vescovi eletti prima del 1166, perché non hanno mai ricevuto la conferma del Papa, e nemmeno quei vescovi come Fusconi e Aidone, di cui si ha notizia nel 1253, perché o non ricevono la nomina del papa come Aidone o non prendono mai possesso della Diocesi cefaludese come nel caso di Fusconi.

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