Giovanni Marino: un salvataggio al sorgere del sole

A raccontare questo salvataggio è Giovanni Marino che tutti a Cefalù conoscono. Lui stesso ne è stato il protagonista. Siamo negli anni ’60 quando la spiaggia di Cefalù non aveva un servizio di salvataggio bagnanti. Un solo bagnino professionista era nell’unico stabilimento balneare esistente denominato Lido (attualmente Poseidon). I salvataggi in mare erano effettuati, per la quasi totalità, da altri bagnanti volenterosi che, a rischio della propria vita e sprovvisti di mezzi di salvataggio, si tuffavano in mare per recuperare persone in difficoltà.

Correva l’anno 1965, ed era la metà del mese di giugno. Giovanni, diciottenne, insieme ad altri due amici e compagni di scuola, studiavano per la maturità tecnica (diploma di geometra) che allora iniziava il primo di luglio. Si iniziava a studiare alle 5,30 del mattino per poi finire alle 10,30 presso il vecchio ristorante “Al Gabbiano” , all’aperto dove attualmente è chiuso da vetrate ma che allora era solo coperto da incannucciato.

«Erano circa le 6.30 ed avevamo iniziato a studiare da poco, quando ci raggiunse un uomo che, con fare concitato, ci disse che una coppia di persone era in difficoltà in acqua.
Ci precipitammo in spiaggia proprio di fronte il ristorante e senza pensarci due volte io e un altro mio compagno, Nino Maggio figlio del gestore del ristorante, ci tuffammo  in acqua.
Il mare era molto mosso e una forte corrente in uscita, impediva un agevole rientro a terra. Le due persone erano una coppia di turisti francesi che avevano passato la notte in spiaggia in una tenda. La mattina avevano voluto fare il bagno ma  si erano trovati in difficoltà al momento del rientro a terra perchè  la corrente molto forte li spingeva al largo».

Raggiunti senza difficoltà le due persone Giovanni e Nino si rendono conto che da dove erano era impossibile  tornare a riva. «Cercammo di tenerli con la testa fuori dall’acqua e ci siamo lasciati trasportare dalla corrente sino a quando la forza del mare diminuì e ci ritrovammo all’interno della rada della Marina ,con un fondale che quasi toccavamo.
Un ulteriore aiuto venne attraverso un’imbarcazione che era stata messa in acqua alla Marina da alcuni pescatori che ci recuperò poco prima di essere arrivati a riva nei pressi della Pietra Vucciria. Nel frattempo erano passate quasi  due ore e mezzo da quando ci eravamo buttati in acqua, molta gente si era radunata e stava a guardare come sarebbe andata a finire. Tornammo al ristorante con i turisti che provvedemmo a rincuorare (ma anche noi eravamo molto stanchi) e dopo poco  vennero anche  i carabinieri che vollero sapere come si erano svolti i fatti».

La notizia venne pubblicata dal Giornale d Sicilia. «Qualche anno fa ho cercato di rintracciarli i due francesi salvati,  ero quasi riuscito nel mio intento ma poi la cosa sfumò perchè il Sindaco della cittadina dove credevo di averli rintracciati, non mi ha risposto.
Seguirono altri salvataggi, anche perchè eravamo soci del Ci.Ca.Sub Cressi, un circolo di cacciatori subacquei e in un certo senso allenati a nuotare. Questo , in breve, è il racconto di un salvataggio ma molte altre persone hanno rischiato la loro vita per salvare qualcuno dalle onde del mare e il mio pensiero va a Francesco Bellipanni morto in mare per lo sfinimento, dopo avere salvato un paio di persone».

Chi vuole raccontare la propria storia di un salvataggio nel mare di Cefalù può scrivere a [email protected]

Giovanni Marino oggi pensionato
Cartolina di ringraziamento da parte dei coniugi francesi inviata a Giovanni Marino ed a Nino Maggio

 

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