Si chiama Nanni Messina è un cefaludese che oggi vive a Fumane in provincia di Verona. Ha letto della nostra iniziativa e si dice contento che qualcuno si ricordi di quanti hanno salvato persone dalle onde del mare. «Anche cefaludesi che in estate non esercitavano la professione di bagnino – racconta – hanno salvato delle persone. Io grazie all’insegnamento di Carmelo Papa, nel mio piccolo, ho salvato 8 persone».
Il primo ricordo va al gennaio del 1989, quando con il Windsurf va a largo di Cefalu’ e riporta in salvo il cefaludese Mazzola che con il suo Windsurf non riusciva piu a tornare a riva, per il vento forte di scirocco. «Quel giorno soleggiato con temperatura intorno ai 25 gradi, erano circa l’una e mezza io stavo montando il mio windsurf. Mazzola fu il primo ad entrare in acqua. C’erano altri 4 ragazzi accanto a me, e mentre ci accingevamo a montare, vestirci e mettere il trapezio, non ci accorgiamo che il Mazzola era in difficolta’. Se ne accorge una volante della Polizia che si e’ avvicinata. Uno dei poliziotti di mia conoscenza mi disse che era meglio fare uscire la motovedetta che in quel momento era ormeggiata al porto di Presidiana. Dissi di no al poliziotto. Mazzola purtroppo si allontanava sempre più’ ed era gia’ in alto mare. L’acqua anche se c’erano 25 gradi era un pò freddina, allertare la motovedetta si sarebbe perso ancora del tempo prezioso. Presi una lunga corda e prima di entrare in mare dissi al poliziotto che se mi avesse visto in difficolta’ , doveva subito allertare i soccorsi. Mi presi le mie responsabilita’. Arrivato tempestivamente vicino al ragazzo molto spaventato, gli diedi la corda, e cercando di confortarlo, gli dissi di non mollare, lo rassicurai che presto sarebbe tornato a casa. Ero uscito dove c’e la scalinata, dopo l’albergo Riva del Sole, ma il vento forte mi fece approdare con il ragazzo e il suo windsurf, esattamente in fondo al lungomare dove incominciano le prime pietre».
Il ricordo di Nanni è a quei momenti. «Quando diedi la corda al ragazzo, ero pieno di gioia, ma davanti a me c’era un bel tratto prima di poter approdare. Dovevo fare i conti con il vento rafficato, non cadere in acqua e amministrare bene le forze. Oltre al ragazzo che era sulla tavola, mi trainavo anche la vela, il boma e l’albero. Appena approdai, sul posto trovai già l’ambulanza. I sanitari hanno avvolto subito con delle coperte il ragazzo infreddolito e lo hanno trasportato a sirene spiegate presso l’ospedale di Cefalu’. L’indomani dell’accaduto ne fece comunicato il Gazzettino di Sicilia: ”Ignoto salva un ragazzo nel mare di Cefalù”, ignoto perche’ quel giorno mi rifiutai di dare le mie generalità».
Degli altri salvataggi effettuati a Cefalu’ purtroppo Nanni non ricorda le date. Ricorda il salvataggio effettuato con l’amico cifalutano Ernesto Tumminello. «Insieme abbiamo salvato le sorelle Tarantino di Palermo. In seguito ci hanno invitato a Palermo al matrimonio dell’altra sorella. Un altro salvataggio lo abbiamo effettuato nel 1973, quando un gommone, a circa 50 metri dalla spiaggia, con a bordo tre persone di cui uno era un bambino, si rovesciò a causa del mare un po’ mosso. In quell’occasione assieme a me sono intervenuti Vincenzo Baccellieri, Carmelo Papa e Rottino».
Precisa la raccomandazione di Nanni: «Al mare bisogna dare sempre del lei, valutare sempre le proprie capacita’ e se non si è sicuri non azzardate, perchè non solo mettete a rischio la propria vita ma anche quella di chi viene in aiuto».
Chi vuole raccontare la propria storia di un salvataggio nel mare di Cefalù può scrivere a [email protected]