Il Papa a San Giovanni Rotondo

All’inizio del sesto anno di pontificato il Papa ha scelto di visitare i luoghi di padre Pio, e l’incontro con questa figura così amata è stata l’occasione per due meditazioni che vanno ben al di là della circostanza. Del frate cappuccino, che «ha stupito il mondo» semplicemente con la preghiera e con l’ascolto degli altri in confessionale, Francesco ha tessuto un elogio che gli è venuto dal cuore e si è incrociato con il motivo antichissimo della santità della Chiesa nonostante i peccati dei cristiani. «Amava la Chiesa, amava la Chiesa con tutti i suoi problemi, con tutti i suoi guai, con tutti i nostri peccati. Perché tutti noi siamo peccatori, ci vergogniamo, ma lo Spirito di Dio ci ha convocato in questa Chiesa che è santa. E lui amava la Chiesa santa e i figli peccatori, tutti. Questo era san Pio» ha detto il Pontefice improvvisando a Pietrelcina.

Qui, dove nacque un uomo che ha attraversato singolarmente la modernità, Francesco lo ha ricordato ai suoi concittadini «come un uomo qualsiasi, come un contadino». Aggiungendo ancora a braccio: «Questa era la sua nobiltà. Mai rinnegò il suo paese, mai rinnegò le sue origini, mai rinnegò la sua famiglia». Nel paese natale il cappuccino ventiquattrenne era tornato temporaneamente per motivi di salute, «tormentato nell’intimo» e «sentendosi assalito dal demonio». E del misterioso nemico il Papa ha parlato ancora una volta con sobrio realismo, affermando che «non dà pace», si agita, «va da ogni parte, si mette dentro di noi» e «ci inganna». Ma i fantasmi — scriveva il frate — si dissolvono quando «mi abbandono nelle braccia di Gesù»; e «qui c’è tutta la teologia» ha commentato il Pontefice.

Da alcune parole di padre Pio sulla preghiera Francesco ha preso poi lo spunto per richiamarne la centralità. «Quanto abbiamo dimenticato noi la preghiera di adorazione, la preghiera di lode! Dobbiamo riprenderla. Ognuno può domandarsi: come adoro io? Quando adoro io? Quando lodo Dio?» ha detto a San Giovanni Rotondo, raccomandando di «riprendere la preghiera di adorazione e di lode». Quella preghiera che da sempre è cara a Bergoglio, come capirono i cardinali ascoltando le parole con cui l’arcivescovo di Buenos Aires delineava, nei giorni immediatamente precedenti il conclave, il profilo del nuovo Papa, «un uomo che, attraverso la contemplazione di Gesù Cristo e l’adorazione di Gesù Cristo, aiuti la Chiesa a uscire da se stessa verso le periferie esistenziali».

La memoria di uno dei santi più popolari ha indotto infine il Pontefice a denunciare, nei luoghi di padre Pio, l’emarginazione dei vecchi e la predicazione della morte che segnano le società contemporanee. «Mi piacerebbe che una volta si desse il premio Nobel agli anziani che danno memoria all’umanità» ha esclamato a Pietrelcina il Papa. Mentre a San Giovanni Rotondo ha descritto la mentalità che esclude chi è considerato inutile richiamando la spietatezza degli antichi spartani: «Noi facciamo lo stesso, con più crudeltà, con più scienza. Quello che non serve, quello che non produce va scartato. Questa è la cultura dello scarto, i piccoli non sono voluti oggi. E per questo Gesù è lasciato da parte».

g.m.v.

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