Un circuito conosciuto, ma tutto da riscoprire

Per vicinanza geografica, tipologia e clima, il Circuit de Catalunya è ormai la “palestra storica” della Formula 1. Da tre anni sede unica dei test invernali, subito dopo il Gran Premio di questo weekend – martedì e mercoledì – l’impianto catalano ospiterà anche due giornate di test stagionali. E’ anche, da parecchio tempo, la gara che tradizionalmente apre la stagione europea, quella delle hospitality mobili nel paddock (sarebbe un po’ riduttivo chiamarle ancora ‘motorhomes’) e delle trasferte via terra. Da Maranello i camion partono al martedì sera prima della gara e impiegano circa dodici ore per arrivare a nord di Barcellona. Rispetto alle gare extraeuropee, le SF71H viaggiano quasi completamente montate e le revisioni vengono fatte in sede e non in pista.

Non c’è pilota, ormai, che non dica di conoscere il tracciato di Montmelò come le proprie tasche. Eppure quest’anno non sarà tutto prevedibile, dal momento che in inverno si è girato con temperature bassissime mentre a maggio troveremo condizioni ben diverse. Per di più, il tracciato è stato completamente riasfaltato all’inizio di quest’anno, ha perso la rugosità per cui era famoso, e bisognerà trovare i riferimenti fra le mescole 2018 (Medium, Soft e Super Soft) e le temperature. Per il momento il meteo non prevede picchi di calore stile 2017, ma soprattutto al venerdì si potranno superare agevolmente i 20 gradi nell’aria.

Il circuito catalano è una “palestra” per telaio, aerodinamica e… fisico del pilota, dal momento che curvoni come la 3 e la 9 ormai si percorrono in pieno o quasi. Una pista completa che però non agevola i sorpassi. Per chi ha tempo, Barcellona, a una ventina di chilometri, offre il suo fascino di metropoli mediterranea. Gli addetti ai lavori possono consolarsi con la cucina, robusta e gustosa, e con i riferimenti letterari alle opere di Montalbàn, lo scrittore che ha ispirato il più famoso fra i personaggi di Andrea Camilleri…

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