Il leader socialista spagnolo Pedro Sanchez ha prestato giuramento come premier. La cerimonia si è svolta a Palazzo Zarzuela, all’indomani del voto di sfiducia al predecessore Mariano Rajoy. Sanchez, 46 anni, è il settimo presidente del Consiglio spagnolo dopo il ritorno alla democrazia. Il premier, dopo il giuramento, si è recato alla Moncloa, sede del governo, per lavorare al nuovo esecutivo.
Difficile dire come sarà il nuovo quadro politico spagnolo. Per ora Sanchez, terzo socialista dopo Felipe Gonzalez e Josè Luis Zapatero, prevede di formare un esecutivo monocolore socialista e di seguire il modello del Portogallo, dove il premier Antonio Costa governa in minoranza con l’appoggio esterno dell’estrema sinistra.
Sanchez ha promesso di convocare elezioni prima del termine della legislatura nel 2020, senza però precisare quando. Il nuovo premier dovrà anche resistere alla probabile guerriglia del Senato, a maggioranza assoluta dei popolari.
Non è chiaro chi sarà il capo dell’opposizione, se cioè Rajoy rimarrà alla guida del Pp o cederà il posto a uno dei baroni del partito che scalpitano nell’ombra, fra i quali parte favorito il presidente della Galizia Alberto Nunez Feijoo.
Catalogna, giura il nuovo governo: avanti con l’indipendenza – Il nuovo governo catalano ha prestato giuramento, ponendo fine a sette mesi di braccio di ferro con le autorità di Madrid. “Questo governo accetta il mandato per formare uno Stato indipendente”, ha dichiarato il presidente Quim Torra. “Parliamo, assumiamoci entrambi dei rischi, sediamoci a un tavolo e parliamo, da governo a governo”, ha detto rivolgendosi al socialista Pedro Sanchez.