Catena Fiorello a Cefalù (foto)

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La scrittrice Catena Fiorello ospite degli Incontri d’Estate 2018 (Cinema Di Francesca), a cura di Giovanni Cristina e Franco Nicastro. Catena Fiorello ha dialogato con Teresa Triscari sul Libro Picciridda. In sala presente Andrea Licata, noto direttore d’Orchestra e papà di Paolo, il regista del film  basato sul libro della Fiorello e che doveva essere realizzato a Cefalù. Presenti gli assessore Vincenzo Garbo e Tania Culotta. Scrive Catena Fiorello: “Ho attraversato un periodo nero ultimamente, dovuto a delle perdite di persone a me molto care. L’ultima in ordine di tempo è stata la signora Tanina Capuano di Augusta che per me era come una mamma. Lo so, la morte è una “tappa obbligata” per tutti, ma non per questo quando arriva ci coglie preparati. No, quasi mai. Anzi, togliamo il quasi. Che mai ci piace dire addio ai nostri affetti familiari o ai nostri amici fraterni. Siamo esseri umani simili a canne esposte al vento, e anche un soffio più forte può destabilizzarci, o annientarci, addirittura. Forse una eccessiva sensibilità è la colpa di molti stati d’animo bui. Io sono così, e non mi nascondo, né mi vergogno di ammettere che sbalzi di questo tipo, anzi traumi, mi portano a isolarmi da tutti col conseguente desiderio di leccarmi le ferite da sola. Non sono una persona che ama parlare dei propri dolori con gli altri. Nel libro “Picciridda” faccio dire a Lucia, la bambina protagonista, che a volte si diventa persino gelosi delle proprie sofferenze, come se il solo condividerle con altre persone riuscisse a fargli perdere parte della loro intensità. In quel pensiero c’è racchiusa parte della mia filosofia di vita. Non so se sia giusto o meno pensarla così, ma ognuno affronta a proprio modo le evenienze che gli arrivano tra capo e collo, e io reagisco in questo modo. Tutto qui. Però ieri a Cefalù è accaduto un piccolo corto circuito. Tutta quella gente, il calore di certi abbracci, parole d’affetto che mi sono state rivolte con tanto entusiasmo, mi hanno svegliata da un letargo necessario. E io vorrei dire grazie a tutti per quegli sguardi pieni d’amore. Sì. Amore puro e stima senza interessi reconditi. E già, i libri possono produrre anche questi miracoli… Grazie a tutti.“.

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