Il tema dell’inquinamento continua a creare tensioni all’interno della maggioranza di governo, con il vicepremier Luigi Di Maio che replica nuovamente alle parole del collega Matteo Salvini. “A me dispiace che Salvini abbia deciso di lanciarsi in questa polemica e di creare tensioni”, ha dichiarato il ministro del Lavoro. Il capo politico del M5s ha poi ribadito la necessità di “puntare sulla raccolta differenziata e non sugli inceneritori”.
“Questa polemica sugli inceneritori – ha aggiunto Di Maio – si fonda su un tema che non essendo nel contratto di governo non si pone. Abbiamo un ministro dell’Ambiente che ha scoperto la Terra dei fuochi e conosce la Campania, quindi affidiamoci a lui. Lì ci vive la mia famiglia, sono la persona più preoccupata”. Il vicepremier ha quindi spiegato che il suo modello ideale “è Treviso, dove c’è solo raccolta differenziata e non ci sono inceneritori”.
E il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, chiamato in causa da Di Maio, spiega a sua volta che “gli inceneritori non sono nel contratto di governo. A Salvini hanno raccontato che c’è un’emergenza rifiuti che è diversa dalla questione dei roghi tossici; lunedì ci vedremo a Caserta per firmare un piano di azione non sull’emergenza rifiuti ma sulla sofferenza per i roghi tossici, che è un’altra cosa”.
Contro il leader leghista si schiera anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, secondo il quale quella di Salvini è “una posizione inaccettabile e lontana dalla realtà”, che “ci danneggia come Paese perché in queste ore stiamo trattando con l’Europa, assieme al ministro Sergio Costa, per far togliere all’Italia l’infrazione per reato ambientale per inadempienze”. E quindi, spiega, “se un membro del governo esce con quelle posizioni come si va a trattare a Bruxelles? Sono 120mila euro di multa al giorno per l’Italia”.