Servono 7 miliardi di euro per evitare la procedura d’infrazione dell’Ue. A questa somma sono giunti i tecnici al lavoro per “rimodulare” la legge di bilancio. Bruxelles chiede a Roma di garantire un taglio dello 0,4% del Pil: 7 miliardi per l’appunto. E l’unica soluzione sarebbe quella di rinviare a giugno, e quindi dopo le europee, quota 100 e il reddito di cittadinanza. Ma fonti di Palazzo Chigi smentiscono queste cifre. Di Maio e Salvini assicurano che le due misure saranno operative “in primavera”. Chi la spunterà? Dalla parte del governo non remano né il Pil (che dopo 4 anni torna sotto il segno meno) né le lungaggini in Aula sulla Manovra (la discussione alla Camera slitta a mercoledì).
Il parere dei tecniciPer tagliare il deficit abbastanza da convincere l’Europa, bisogna rinviare l’avvio di reddito di cittadinanza e “quota 100” sulle pensioni a giugno. E’ questo il responso dei tecnici al lavoro da giorni per “rimodulare” la legge di bilancio, in modo da permettere la trattativa con Bruxelles senza sconfessare le promesse di M5s e Lega. Fonti governative “dialoganti” spiegano che il responso è chiaro: se, come sembra, per un’intesa con l’Ue bisogna tagliare il deficit al 2%, tra le maglie della manovra non c’è altro spazio che il fondo da 16 miliardi per reddito e pensioni.
Le convinzioni di Di Maio e SalviniMatteo Salvini e Luigi Di Maio, però, nonostante il crollo del Pil a -0,1% nel terzo trimestre 2018, si opporrebbero a una revisione al ribasso della stima fissata all’1,5% per il 2018, perché sarebbe rinnegare il carattere espansivo della loro Manovra. Quanto alle misure, il leader della Lega assicura che il reddito di cittadinanza si farà “in primavera”. I primi assegni, nelle previsioni del M5s, dovrebbero arrivare ad aprile, lo stesso mese in cui si aprirà la prima finestra per i pensionandi con “quota 100”. Nelle stime questo slittamento basterebbe ad assicurare il taglio da 3,6 miliardi che serve a coprire un taglio del deficit dello 0,2%, dal 2,4% al 2,2%. E l’idea cui avrebbe dato un primo via libera il leader della Lega sarebbe sommare a questo taglio del deficit un riorientamento delle misure verso investimenti e spese, come quelle per emergenze, fuori dal patto di stabilità.
Fonti della presidenza del Consiglio, inoltre, smentiscono l’ipotesi che, per portare il deficit al 2%, si stia valutando un taglio da 7 miliardi della Manovra, in relazione alla possibilità di rinviare a giugno l’entrata in vigore di reddito di cittadinanza e “quota 100” sulle pensioni.
Il fronte della trattativa con BruxellesI calcoli di Salvini e Di Maio non bastano alla commissione europea per evitare la procedura d’infrazione: bisogna, infatti, garantire un taglio di circa 7 miliardi, lo 0,4% del Pil. E non ci sono margini per farlo, se non rinviare a giugno (dopo le europee) l’avvio delle due misure.
Una ipotesi intermedia – che farebbe guadagnare alle misure qualche settimana – è la discesa del deficit al 2,1%, con oltre 5 miliardi di taglio. Ma prima bisogna convincere l’Ue.
Ma mentre prosegue la trattativa, sul fronte parlamentare si segnala un enorme ritardo. Le modifiche importanti su “quota 100” e pensioni arriveranno – secondo fonti leghiste – soltanto nel secondo passaggio della manovra al Senato. Alla Camera, al primo dicembre, si è votato un solo emendamento: per dare 85 milioni risparmiati da Montecitorio alle aree terremotate.
Per accelerare i tempi, il governo aveva pensato a un maxiemendamento da presentare già in commissione. Ma l’ipotesi è stata scartata perché sarebbe inammissibile. Alle 19 di sabato – tra le proteste dell’opposizione per i continui rinvii – dovrebbe dunque arrivare un pacchetto di emendamenti governativi per mettere ordine tra tutte le proposte di modifica di maggioranza e ministeri.
Se tutto andrà bene, si inizierà a votare domenica alle 14 e il testo arriverà in Aula mercoledì 5 dicembre.