Antonio Pontillo, maresciallo maggiore dei Carabinieri, è nato il 2 Giugno 1944 a Montagnareale in provincia di Messina, un paese lussureggiante della fascia Nebroidea con veduta panoramica sulle Isole Eolie e sul Golfo di Patti. Nel 1964 si arruola nell’Arma dei carabinieri. E’ stato Comandante di più Stazioni di Carabinieri, squadra di Polizia Giudiziaria e Comandante Nucleo Operativo in sede di Compagnia, in territori caratterizzati da alto indice di criminalità organizzata, dando prova di notevole capacità investigativa, impegno e non comune senso del dovere.
Nel 1968, l’allora Comandante della Legione Carabinieri di Palermo, Colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa, lo trasferisce alla Stazione dei carabinieri di Vallelunga Platano in provincia di Caltanissetta. Fu il periodo in cui il Colonnello Dalla Chiesa formò una squadra di investigatori formata dallo stesso Pontillo, dal Brig. Salvatore Torre, dal Brig. Giuseppe Rinzivillo e dal Carabiniere Longo Carmelo. La squadra doveva rapportare al Colonnello il malaffare mafioso che spadroneggiava a Vallelunga, Mussomeli e Villalba cosiddetta “mafia del Vallone”. In questa organizzazione mafiosa avevano agito incontrastati Calogero Vizzini, a Villalba, morto a letto al quale gli successe il noto patriarca di Mussumeli, Genco Russo. In questa zona la squadra investigativa, di cui faceva parte il maresciallo Pontillo, operò per circa tre anni. Successivamente Pontillo viene trasferito, con le stesse mansioni investigative e per contrastare il dilagante fenomeno degli Abigeati da parte della criminalità, alla squadriglia di Marcatobianco ( Castronovo di Sicilia). In questo territorio il Pontillo assicura alle patrie galere molti responsabili abigietari.
Era il giugno del 1972 quando il Colonnello Dalla Chiesa trasferiva Antonio Pontillo alla Stazione dei Carabinieri di Campofelice di Roccella piazzandolo nella zona rivierasca delle Madonie territorio particolarmente interessato alla mafia madonita. A Campofelice presta servizio per circa quindici anni. In questo territorio fece valere le sue capacità investigative contro ogni forma di criminalità traendo in arresto una innumerevole quantità di persone, provenienti dai paesi limitrofi di Cerda, Termini Imerese e del centro del Palermitano, responsabili di molti reati.
Nell’evolversi del fenomeno mafioso della zona il sottufficiale Tantillo annotava tutto quello che era possibile ed informava l’Autorità competente. Per lunghi periodi, a scavalco, comandò la Stazione dei Carabiniere di Pollina, Scillato e San Mauro Castelverde roccaforte della mafia madonita, impadronendosi dei sistemi mafiosi che operavano in queste zone per poi metterli a frutto negli anni a venire.
Nel 1986 il Maresciallo Pontillo viene trasferito alla Squadra della Polizia Giudiziaria della Compagnia di Cefalù. A Cefalù l’investigatore fece valere le sue capacità investigative, catturò pericolosi latitanti e ricercati operanti nelle Madonie. Sferrò un duro colpo alla cosca mafiosa denunciando 25 persone , di cui 15 rinviati a giudizio e 10 in stato d’arresto per associazione a delinquere di stampo mafioso. Nel 1992 la mafia politicizzata riuscì a far allontanare il Pontillo dalla zona delle Madonie e viene trasferito nel Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di S. Stefano di Camastra dove rimase per 10 anni in qualità di Comandante. In questa zona fece numerose indagini, contro la mafia dei Nebrodi e nei confronti di soggetti appartenenti alla tangentopoli siciliana, che si conclusero con centinaia di arresti. Per queste operazioni investigative il Maresciallo Pontillo ricevette due Encomi dal Comando Regione Carabinieri Sicilia. Venne premiato il 5 giugno 1993 nel corso dei festeggiamenti dell’anniversario della fondazione dell’Arma a Catania dove ricevette un Encomio per il suo impegno alla lotta alla mafia. Durante la sua permanenza al Comando del Nucleo operativo di S. Stefano di Camastra il maresciallo Pontillo trasse in arresto latitanti e ricercati dopo averli localizzati a Lanzago (Legnano) a Porta Garibaldi (Milano) ed a Rometta (Messina). In questo periodo ricevette dai superiori numerosi attestati di apprezzamento per operazioni di servizio quotidiani con arresto di persone colte in flagranza di reato. Tra queste spiccano tre persone di S. Fratello, sorprese in possesso di 9.000 cartucce d’arma da guerra mitragliatrice.
Nel 1996 in territorio di Cesarò sulle alte montagne localizzò un pericoloso latitante di Tortorici con il quale ingaggiò un conflitto a fuoco senza spargimento di sangue e che si consegnò alle autorità del carcere di Brucoli. Il Maresciallo Maggiore aiutante Antonio Tantillo va in pensione il 1° Giugno 2001 dopo 38 anni di onorato servizio e nel 2004 già pensionato apre a Campofelice di Roccella un’agenzia investigativa.