Un anno di servizio civile obbligatorio per i richiedenti il reddito di cittadinanza

Un anno di servizio civile obbligatorio per i richiedenti il reddito di cittadinanza che abbiano tra i 18 ed i 28 anni. Lo prevede un emendamento al “Decretone” presentato dalla Lega in commissione al Senato. La norma si applica a chi non abbia già svolto il servizio civile universale e richiede una “presenza media settimanale di 25 ore”.

La gestione del servizio civile obbligatorio viene delegata dal dipartimento per i Giovani alle Regioni, mentre ai centri per l’impiego spetta il controllo.

M5s: “Maxisanzioni se benificiari lavorano in nero” – Un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle prevede l’estensione delle sanzioni maggiorate contro il lavoro nero già previste in caso di impiego di lavoratori stranieri irregolari e di minori in età non lavorativa anche in caso di impiego ‘sommerso’ dei beneficiari del reddito di cittadinanza. La legge già stabilisce nei due casi citati una maxisanzione incrementata del 20%.

Sconto sul riscatto della laurea per tutti ma più caro – Consentire il riscatto della laurea non solo agli under 45 ma anche a chi ha superato i 55 anni. Lo ha chiesto il M5S che, con un emendamento al Decretone, fa però pagare un conto più salato man mano che si alza l’età. In tutto sono 4 le fasce individuate: fino a 45 anni si prevede un versamento per ogni anno da riscattare pari a 5mila euro; da 45 a 50, il conto sale a 7.500; chi ha tra 50 e 55 dovrà pagare 10mila euro mentre chi ha più di 55 anni dovrà pagare 12.500 euro. Le coperture sono pari a 150 milioni l’anno dal 2019 e arrivano da un taglio al Fondo del Mef.

Controlli su chi divorzia e poi richiede il reddito – Se la separazione o il divorzio è avvenuto dopo il primo settembre 2018, gli ex coniugi che facciano domanda di reddito di cittadinanza devono certificare di non risiedere più nella stessa casa con “apposito verbale della polizia municipale”. E’ quanto prevede un altro emendamento della Lega al “Decretone”. La norma, viene spiegato, mira a limitare le frodi di chi chiede il reddito di cittadinanza fingendo la separazione o il divorzio pur continuando a vivere nella stessa casa.

Reddito solo a chi ha lavorato almeno 2 anni – La Lega vuole introdurre poi un paletto antidivano alla distribuzione del reddito di cittadinanza. Un emendamento prevede come requisito per beneficiare del reddito che almeno uno dei componenti del nucleo familiare “abbia corrisposto, nei dieci anni precedenti, imposte e contributi da lavoro, in un qualsiasi importo e per almeno 24 mesi, anche non continuativi”. Un altro emendamento chiede che ogni mese arrivi all’Inps l’attestato dell’adempimento degli obblighi prima dell’accredito mensile del reddito.

La Lega chiede una stretta sul sussidio agli stranieri – Il Carroccio, inoltre, chiede paletti ancora più stringenti per limitare la platea degli stranieri che possono accedere al Reddito. Con una delle proposte di modifica presentate in commissione Lavoro al Senato si esclude la possibilità che per chiedere il reddito sia sufficiente la presenza di un familiare in possesso di un permesso di soggiorno mentre un altro emendamento stabilisce l’obbligo di certificazione, tradotta in italiano, della composizione del nucleo.

Regioni: “Dimezzati fondi per centri impiego” – Con il “Decretone” i fondi per la riforma dei centri per l’impiego, utili in ottica del reddito di cittadinanza, sono stati praticamente dimezzati rispetto allo stanziamento della Manovra. A dirlo è Cristina Grieco, coordinatrice degli assessori regionali al Lavoro, in audizione alla bicamerale per gli Affari regionali. “In Manovra si prevedevano investimenti fino a un miliardo, ora sono previsti 480 milioni per il 2019 e 420 per il 2020”, ha detto.

“Seria ipotesi di far ricorso alla Consulta” – La Grieco ha aggiunto che, se il “Decretone” dovesse “essere convertito in questo termini”, in particolare sull’assunzione dei navigator, il ricorso alla Corte costituzionale “è una ipotesi che prenderemmo seriamente in esame, perché non si tiene conto delle competenze” in capo alle Regioni.

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