Norvegese muore di rabbia canina: uccisa dal cane che aveva salvato

Una ventiquattrenne norvegese muore dopo aver contratto la rabbia canina. Birgitte Kallestad si trovava in vacanza nelle Filippine quando ha notato un cucciolo abbandonato in strada. Lo ha portato in albergo, lavato e pulito. Il cucciolo ha iniziato a mordicchiare le dita delle persone che giocavano con lui. Birgitte, nonostante fosse una infermiera, non si preoccupa di queste ferite. Il cucciolo, però, aveva la rabbia e gliel’ha trasmessa. La ragazza si è ammalata ma nessuno ha capito che potesse essere questa malattia. Quando un medico ha riconosciuto i sintomi per Birgitte era troppo tardi. Le 77 persone che sono state a diretto contatto con il cucciolo sono state allertate. Per 31 di loro è scattato il vaccino.

«La nostra cara Birgitte – dicono i suoi genitori in un comunicato – amava molto gli animali. La nostra paura è che quanto accaduto succeda anche ad altre persone dal cuore grande come lei. Se le persone diventeranno più consapevoli del pericolo, la morte del nostro raggio di sole potrà almeno aver salvato gli altri».

Da oltre duecento anni in Norvegia non si aveva una morte per rabbia canina. All’inizio i sintomi sono la febbre e il mal di testa. Dopo arrivano anche allucinazioni, spasmi muscolari e insufficienza respiratoria. Se questa malattia non è trattata può causare un’infezione mortale al cervello negli esseri umani. Ogni anno nel mondo muoiono 59 mila persone per la rabbia. A causarla anche gatti, pipistrelli, procioni, coyote e puzzole. Colpisce in particolare i paesi asiatici e africani. In Italia l’ultimo caso di rabbia risale al 2011.

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