La Ferrari potrebbe finalmente aver risolto i suoi problemi. Ecco come


Mercedes contro Ferrari. È questo il binomio che ha contraddistinto la Formula 1 degli ultimi anni, a partire dal 2014, l’anno che diede inizio all’era turbo-ibrida. Eppure da quell’anno a vincere i mondiali è stato solo ed esclusivamente il team di Brackley. Solo negli ultimi anni (2017, 2018) la Ferrari è riuscita a colmare parzialmente il gap e ad essere veramente in lizza per un titolo mondiale. Vuoi per gli errori di Vettel, vuoi per un Hamilton e una Mercedes comunque sempre al top, il sogno rosso non si è però ancora concretizzato.

Il 2019 sembrava l’anno della svolta. Cambiamenti al vertice, con Maurizio Arrivabene sostituito da Mattia Binotto; una filosofia aggressiva volta ad estrarre il massimo dalla vettura; un giovane pilota talentuoso per stimolare Sebastian e ridare lustro al cavallino. Nulla di tutto ciò si è tradotto in una concreta possibilità di vittoria, e dopo i brillanti test la Ferrari ha dovuto fare i conti con la realtà. La macchina sembrerebbe incredibilmente potente, più della Mercedes, ma per sfruttare questa potenza ha bisogno di lunghi rettilinei, mentre in curva soffre un comparto aerodinamico che non sembra all’altezza.

Problemi e soluzioni

I tecnici del cavallino sono rimasti stupiti dalle prestazioni in pista. E stupiti in negativo. Dagli studi e dalle simulazioni fatte, così come dalle fasi di sviluppo in galleria del vento, i problemi emersi non erano stati in alcun modo preventivati. Eppure i dati parlavano di una macchina estrema e nata per vincere. Il team da quel momento non ha smesso un attimo di cercare di far quadrare i conti, analizzando attentamente i dati e lavorando instancabilmente. La settima gara di questo campionato è passata, ma la Ferrari lamenta sempre lo stesso problema. Uniche eccezioni il Bahrein (dove Leclerc avrebbe ottenuto una vittoria nettissima non fosse stato per un problema tecnico) e il Canada (dove la Ferrari colmava i limiti in curva andando fortissimo sul rettilineo).

Adesso pare che le analisi del team stiano dando i primi frutti. I tecnici non hanno mai dato per morto il progetto 2019, perché i dati emersi in galleria del vento prima dell’inizio della stagione erano chiari, e parlavano di una vettura da sogno mondiale. E lo studio, la costanza, l’amore per i colori e la caparbietà hanno condotto alle prime soluzioni. La macchina che correrà in Francia sarà la stessa vista da Barcellona, ma con importanti novità: sarà presentata una nuova ala, capace di generare più carico aerodinamico; inoltre, le verifiche riguardanti proprio le discrepanze tra simulazione e realtà condurranno ad una nuova configurazione aerodinamica, totalmente ribilanciata. E questi nuovi dati immessi nel simulatore sembrerebbero indicare che questa strada inedita potrebbe parzialmente risolvere i problemi.

Il futuro Ferrari

In Ferrari quindi l’umore è buono e la fiducia non manca, ma si invita comunque a mantenere un basso profilo e a non illudersi prima di vedere come si comporterà l’auto in pista questa domenica. Binotto stesso è fiducioso, ma ricorda che “il GP di Francia è più simile a Barcellona che a Montréal. La nostra auto resta più adatta a piste come quella canadese, ed è su quelle piste che mostreremo tutto il nostro vero potenziale”.

Tanta speranza quindi per i tifosi, ma al contempo tanta paura di non riuscire a svegliarsi da questo incubo chiamato 2019.

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