Il Saluto del Vescovo al Nunzio Apostolico

Eccellenza Reverendissima,
l’ho invitata a presiedere questa Statio Ecclesiae Cephalocensis in qualità di rappresentante pontificio, e in quanto “uomo del Papa”, Lei «concretizza, attua e simboleggia la presenza del Papa tra i fedeli e le popolazioni»[1]. L’ho invitata perché ho visto in Lei “l’uomo di Chiesa” descritto dal Santo Padre nel suo recente incontro coi Nunzi Apostolici «amico dei vescovi, dei sacerdoti, dei religiosi e dei fedeli, con confidenza e calore umano, svolgendo al loro fianco la propria missione»[2]. In questo primo anno del mio servizio pastorale a Cefalù mi sono lasciato condurre dal programma che Papa Francesco, nel Convegno di Firenze del 2015, ha affidato alla Chiesa Italiana con un preciso impegno: «In ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e circoscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii Gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni»[3].
L’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium è dominata dalla proposta di una conversione pastorale, di un cambiamento di tutte le componenti della Chiesa. Conversione che esige un mutamento, la nascita di qualcosa di nuovo nella pastorale e nella missione che non sia la prosecuzione di quello che si è fatto. Innanzitutto una svolta in senso sinodale, una “Chiesa dell’ascolto”: in ascolto della voce di Cristo che parla attraverso l’intero Popolo di Dio, rendendolo «infallibile in credendo». Durante l’entusiasmante esperienza degli esercizi di sinodalità dello scorso anno – e che ripeteremo ogni anno – abbiamo individuato cinque passi della Evangelii Gaudium che segnano un percorso pastorale: la centralità della Parola di Dio, la priorità di ritrovare l’essenziale, la bellezza del camminare insieme nella comunione, l’urgenza di uscire per evangelizzare, l’ascolto del magistero dei poveri. L’esercizio della sinodalità ha aperto la strada al progetto delle unità di pastorale sinodale per rendere più concreta e spedita la volontà di camminare insieme.
Abbiamo dedicato un intero anno pastorale al primato della Parola di Dio: Parola da ascoltare, Parola da accogliere, Parola da annunciare. Nello scrivere la prima Lettera pastorale “All’inizio la Parola” mi sono ispirato alla bellissima immagine del Cristo Pantocratore della nostra Cattedrale. Egli reca nella mano sinistra il libro aperto dei Vangeli sulla pagina di Gv 8,12 dove si legge, in greco e in latino: «Io sono la luce del mondo, chi segue me non vagherà nelle tenebre ma avrà la luce della vita». La mano destra sembra benedicente, ma in realtà il gesto – in età medievale definito mano parlante – dà voce al testo scritto nel libro e sembra intimare con autorità il silenzio per ascoltare quelle parole.
Nel mistero luminosissimo della Pasqua questo silenzio della Parola si manifesta nel suo significato autentico e definitivo. Cristo, Parola di Dio incarnata, crocifissa e risorta, è Signore di tutte le cose; egli è il Vincitore, il Pantokrator, e tutte le cose sono così ricapitolate per sempre in Lui[4]. Cristo, dunque, è «la luce del mondo»[5], quella luce che «splende nelle tenebre»[6] e che le tenebre non hanno vinto[7]. Nel discorso ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova evangelizzazione Papa Francesco ci ha esortati ad entrare nel dinamismo della grande Missione di Cristo di portare la vita nel mondo, l’amore del Padre all’umanità, uscendo dalla Sua condizione divina per venire incontro a ciascuno di noi. Come Chiesa possiamo andare incontro a tutti senza paura e senza rinunciare alla nostra appartenenza, ma ciò esige un impegno: «che richiami l’essenziale e che sia ben centrato sull’essenziale, cioè su Gesù Cristo […] concentrarsi sulla realtà fondamentale, che è l’incontro con Cristo, con la sua misericordia, con il Suo amore e l’amare i fratelli colui ci ha amato»[8].
Il prossimo anno pastorale ci vedrà impegnati su due fronti: la ricerca dell’essenziale e l’attuazione dei primi progetti del “Laboratorio della Speranza”. L’essenziale è categoria fondamentale nel cammino conversione pastorale in chiave missionaria; sarà frutto di un discernimento evangelico che ci consentirà di vedere con limpidezza che nella vita cristiana c’è un primato, il primato dell’amore.
Tornare all’essenziale significherà semplificare l’annuncio, dare primato al nucleo incandescente dell’amore Trinitario e arrivare al cuore delle persone attraverso la testimonianza della carità. Il Sinodo 2018 ha chiesto a tutta la Chiesa di accompagnare i giovani nelle scelte di vita. Nel documento finale afferma: «Il mondo del lavoro resta un ambito in cui i giovani esprimono la loro creatività e la capacità di innovare. Al tempo stesso sperimentano forme di esclusione ed emarginazione. La prima e più grave è la disoccupazione giovanile, che in alcuni Paesi raggiunge livelli esorbitanti. Oltre a renderli poveri, la mancanza di lavoro recide nei giovani la capacità di sognare e di sperare e li priva della possibilità di dare un contributo allo sviluppo della società»[9]. E raccomanda alle Chiese locali di favorire e accompagnare l’inserimento dei giovani in questo mondo (mondo del lavoro), anche attraverso il sostegno di iniziative di imprenditoria giovanile[10]. È per dare concretezza alla testimonianza della carità che è sorto “Laboratorio della Speranza”. Anche la nostra chiesa di Cefalù, come quel giovane dei cinque pani e due pesci del miracolo della moltiplicazione dei pani, vuole mettere a disposizione di progetti di imprenditoria giovanile i beni disponibili e attualmente non impegnati per la pastorale.

Eccellenza Reverendissima, attraverso di Lei vorremmo far giungere al Santo Padre il nostro affetto e, in particolar modo la nostra piena adesione all’itinerario che ha indicato alla Chiesa Italiana durante il convegno di Firenze del novembre del 2015 e ribadito all’ultima Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana nel maggio scorso. Gradisca infine, a ricordo di questo nostro incontro, una riproduzione fotografica del volto bellissimo del nostro Pantocratore.

✠ Giuseppe Marciante
Vescovo di Cefalù

[1] Francesco, Discorso ai Nunzi Apostolici, Sala Clementina in Vaticano, 13 giugno 2019.
[2] Ibidem.
[3] Francesco, Discorso ai rappresentanti del V Convegno Nazionale della Chiesa Italiana, Firenze, 10 novembre 2015.
[4] Cfr. Ef 1,10.
[5] Gv 8,12.
[6] Gv 1,5.
[7] Cfr. Gv 1,5; VD 105.
[8] Francesco, Discorso ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, Città del Vaticano, 14 ottobre 2013.
[9] Documento Finale del Sinodo dei Vescovi, 27 ottobre 2018, n.40.
[10] Cfr. Ibidem, n.152.

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