Saro Ilardo: custodire i frutti della sua preziosa testimonianza

Venerdì scorso, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il nostro fratello Saro ha reso l’anima a Dio. Tale particolare solennità vuole sottolineare l’amore infinito con cui Gesù ci ha amato fino a dare la sua vita per noi. E se vogliamo essere suoi fedeli discepoli anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri seguendo, nel nostro piccolo, il suo esempio e la sua donazione totale.

Penso che il caro fratello Saro, al quale diamo oggi il nostro saluto umano e cristiano, ha cercato di realizzare ciò nella sua vita. L’ha fatto nell’attività lavorativa nell’ambito amministrativo comunale e provinciale; nell’impegno amministrativo nei confronti della nostra Città di Cefalù; nel campo culturale con iniziative svolte prima a Gibilmanna e poi qui a Cefalù presso S. Domenico.

Ma l’ha fatto in particolare nell’ambito dello scoutismo quando era ragazzo e giovane e quando, ormai adulto, ha voluto in prima persona la fondazione a Cefalù di una comunità Masci durante l’episcopato di Mons. Francesco Sgalambro. Comunità della quale è stato per anni valido Magister e poi Magister emerito, intervenendo fino a qualche settimana fa a tutti gli incontri e attività e dando sempre il suo puntuale e stimolante contributo. Lo scoutismo è stato per Saro la realtà che ha dato un’impronta a tutta la sua vita, servendo e mettendone in pratica i principi ispiratori: la formazione umana e cristiana, l’impegno civico ed ecclesiale. In questi ultimi anni, nella mia qualità di assistente ecclesiastico del MASCI ho avuto modo di conoscerlo meglio e ne ho potuto apprezzare la sua capacità di pensare e operare, per niente affievolita dall’avanzare dell’età. Mostrava sempre tanta voglia di vivere e di dare il proprio fattivo contributo in ogni iniziativa.

Tante cose si potrebbero dire di lui, ma non è questa la sede più opportuna. Voglio solo sottolineare, in aggiunta a quanto già detto, l’alta levatura culturale che lo connotava e che lo spingeva, nelle sue ricerche, a effettuare accurate indagini di archivio per avvalorare le proprie tesi e suffragarle con riscontri concreti. Se ciò è vero nel caso delle sue varie pubblicazioni, lo è in modo eminente nel volume “L’eccelsa rupe”, col quale ci ha offerto una mole considerevole di dati archeologici, storici, giuridici, geologici e perfino botanici, per farci conoscere la realtà della Rocca che rimane spesso la grande sconosciuta, forse perché offuscata dallo splendore della cattedrale ruggeriana. Non vi nascondo, infine, che nelle ultime settimane sono rimasto colpito da ciò che mi riferiva, sempre con perfetta lucidità, su ciò che era riuscito a trovare a proposito della chiesetta extraurbana di S. Biagio sulla quale avrebbe tanto desiderato concludere la stesura della relativa pubblicazione.

E’ chiaro che nella sua vita e nelle sue attività è stato costantemente sostenuto dai propri familiari. Oggi in questa celebrazione eucaristica facciamo memoria del nostro Magister emerito Saro, impegnandoci a custodire i frutti della sua preziosa testimonianza e a portarli avanti con sempre maggiore consapevolezza e decisione. Ciao Saro e ‘buona strada’ verso la pienezza del Regno.

Liborio Asciutto
omelia nel giorno del suo funerale

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