Aria condizionata e malanni estivi: i medici consigliano di vestirsi «a cipolla»

Vestirsi «a cipolla» per difendersi dall’aria condizionata. Il consiglio arriva dal virologo dell’Università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco, che stima per l’AdnKronos Salute in «circa 100 mila i casi di forme respiratorie virali, cui si sommano 20-30 mila casi di disturbi gastrointestinali da rotavirus e coronavirus». Tutti malanni, secondo l’esperto, la cui diffusione è favorita dall’aria condizionata e dai continui sbalzi termici cui siamo esposti in questi docenti giorni estivi. Si entra nei negozi e negli uffici, o anche in auto e sul bus, e ci si imbatte in temperature ‘polari’. La guerra all’aria condizionata è dietro l’angolo ed è un fenomeno assai noto al centro di studi scientifici. 

Che significa vestirsi a «cipolla»? Vuol dire vestirsi a strati. E’ un modo di vestire che permette di regolare i vestiti secondo le escursioni termiche che si vivono durante la giornata. In genere, quando si è vestiti a cipolla si possono togliere i vestiti più pesanti nel caso la temperatura aumenti e ci si riveste di nuovo nel caso opposto. Ci si veste a cipolla durante le mezze stagioni ma anche nei giorni roventi dell’estate quando l’aria condizionata ci fa vivere i cosiddetti sbalzi di temperatura. La nonna diceva sempre: «vestiti a cipolla». Per la nonna significava indossare canotta, maglietta di cotone a maniche lunghe e mantellina. Oggi i consigli della nonna sono sempre più attuali anche se non si usano più le canotte perché fanno sudare negli ambienti chiusi dove il clima è temperato. E poi non è bello denudarsi e rivestirsi ogni volta che si entra o si esce da un ufficio o da un locale. Cambiate le necessità, quindi, sono mutate anche le strategie. Oggi il consiglio della nonna diventa quello di portare golfini, magliette a mezze maniche, mantelline, camicioni. Tutti abiti per essere alla moda e stare bene con il proprio corpo nello stesso tempo.

Le regole del vestirsi a «cipolla». Il vestirsi a strati consente di regolarizzare il livello di copertura degli abiti. Una regola fissa da seguire non esiste. Il vantaggio del vestirsi a «cipolla» sta proprio in questo. Ecco alcune regole per vestirsi a «cipolla» e non sembrare fuori moda.

  • 1. Gli strati non dovrebbero essere più di quattro, altrimenti si diventa pericolosamente bollenti e anche l’estetica ci rimette.
  • 2. I colori dovrebbero essere abbinati quando monocromo. A tre tinte al massimo, invece, se pluricromatici, cioè con fantasie. Meglio mescolare con decisione abbinando pezzi classici a pezzi estrosi.
  • 3. Il tessuto non deve passare in secondo piano perché il cotone non abbina con la seta, il sintetico non abbina con il cotone e la lana non abbina con la pelle.
  • 4. Preferire cardigan, giacche e sciarpe. Il cardigan va scelto di maglia sottile per nasconderlo sotto la giacca che non può mancare. Proprio la giacca nel pomeriggio funziona perfettamente da capo-spalla. Un capo che non può mancare nel vestire a «cipolla» è la sciarpa. In fatto di sciarpe c’è sempre un buon motivo per metterle. E’ l’accessorio giusto per mitigare i diversi strati e a seconda del materiale può avere gradi di pesantezza differenti.

I segreti del vestirsi «a cipolla».  Le nostre nonne la sapevano lunga su tante cose e anche ci consigliavano di vestirci a strati. Ecco qualche trucco della nonna da tenere in considerazione. Sovrapponete più capi in maniera tale da riuscire a toglierli facilmente in ogni momento della giornata.  Cominciate con la classica cannottiera, con sopra una camicetta bon ton e un cardigan, per poi continuare con i capispalla e gli accessori. Fate attenzione alle lunghezze: potete giocarci, ma rendendo il look finale armonioso: date sempre un’occhiata allo specchio per capire se ogni “strato” è combinato bene insieme. 

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