Liberati 5 esemplari di falco pellegrino nel palermitano

Il 3 luglio scorso, nell’ambito di una più vasta operazione denominata “Biarmicus”, dal nome scientifico del Falco lanario, condotta dai Carabinieri del SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno di Animali) di Roma e dei Nuclei CITES di Catania e Palermo, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Enna, era stato inferto un duro colpo al fenomeno del prelievo in natura di esemplari particolarmente protetti di rapaci a rischio di estinzione: 8 i soggetti denunciati, 26 gli esemplari di avifauna sequestrati oltre a 31 tartarughe terrestri. Collezionisti, spesso legati al mondo della falconeria, prelevano dai nidi giovanissimi esemplari appartenenti a tali specie che gli appassionati, anche del mercato estero, sono disposti a pagare migliaia di euro.

L’operazione aveva permesso di accertare la contraffazione dei documenti relativi agli esemplari illecitamente prelevati allo scopo di potere essere rivenduti sul mercato, dissimulandone la natura selvatica, dotandoli di anelli identificativi contraffatti e falsificando certificati Cites, normalmente necessari per rendere lecita la detenzione e il commercio di tali specie, altrimenti rigorosamente vietati. I rapaci sequestrati sono stati inizialmente affidati alle cure del personale del Centro Recupero Fauna Selvatica della LIPU di Ficuzza, che si è altresì occupato di verificare – unitamente agli esperti tecnici del progetto Life ConRaSi (conservazione rapaci siciliani)  – la possibilità di procedere ad una tempestiva liberazione degli esemplari. In questi casi infatti il ritorno alla libertà deve essere effettuato nel più breve tempo possibile poiché, maggiore è la permanenza in cattività, più alto è il rischio che gli esemplari perdano le capacità di sopravvivere in natura.

Pertanto, mercoledì mattina, in provincia di Palermo, i Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo – Nucleo Cites hanno proceduto alla liberazione dei 5 giovani esemplari di Falco pellegrino.Ciò è stato possibile, seguito autorizzazione della Procura della Repubblica di Enna, solo dopo un periodo di “riabilitazione” in cui gli esemplari hanno raggiunto una perfetta forma fisica, che potesse consentire il trasferimento in una voliera appositamente realizzata per prendere confidenza con l’ambiente naturale, collocata nell’area  in cui è avvenuto il rilascio, molto vocato a questa specie.

 

 

Cambia impostazioni privacy