Cosa succede a chi mangia le patate fritte surgelate? Da più parti in internet si sostiene che le patate fritte surgelate in busta fanno male. Le patate fritte a fiammifero, insomma, che subiscono una pre-frittura prima di essere imbustate fanno male e sarebbero anche cancerogene. Sembra che la pre-cottura sia dannosa per il nostro organismo, per le sostanze tossiche che sprigiona, tra cui l’acrilamide, una sostanza che si forma nei carboidrati, come le patate, ad alte temperature e che ha effetti potenzialmente cancerogeni. Sotto accusa è il metodo di preparazione di queste patate fritte secondo cui prima vengono tagliate a fette, poi essiccate ed infine fritte attraverso un processo che le cuoce parzialmente, le lascia croccanti all’esterno, ma crude all’interno.
Quanto olio contengono le patate fritte surgelate? Bisogna sempre leggere l’etichetta. Le patate fritte cotte con sugo di carni bovine, lardo o altri grassi animali apportano grassi saturi dannosi per il colesterolo. Se per la loro preparazione si utilizza l’olio parzialmente idrogenato il colesterolo si riduce. A livello industriale una volta che le patate hanno subìto i trattamenti di lavaggio, sbucciatura, taglio e asciugatura, vengono fritte a una temperatura di circa 180 gradi Celsius in olio vegetale. Dopo la frittura vengono raffreddate e surgelate. In media, per ogni 100 grammi di patate sono presenti 6-7 grammi di grassi. Bisogna leggere l’etichetta perché le dosi cambiano da marca a marca.
Le patate fritte surgelate provocano il cancro? Sì. A rivelarlo è uno studio dell’American Chemical Society. I medici consigliano di evitare di mangiare prodotti fritti e precotti, specie se impanati con farina e pangrattato: i carboidrati infatti sono alimenti ricchi di amidi che si trasformano più facilmente in sostanze cancerogene. Secondo lo studio, infatti, a provocare la presenza di sostanze chimiche cancerogene sarebbe la doppia cottura delle patate. Il prodotto più pericoloso è l’acrilamide, una sostanza molto tossica che si forma quando gli elementi ricchi di carboidrati raggiungono temperature molto elevate. A facilitare la produzione di acrilamide intervengono l’assenza di acqua e la presenza di asparagina.
Come preparare le patate fritte per non fare male? Anzitutto bisogna sapere scegliere una buona varietà di patate. Vanno bene le patate a pasta gialla, che contengono meno amido e mantengono la forma senza disfarsi eccessivamente. Dato che l’amido è il peggior nemico delle patate fritte, è bene una volta tagliate, immergerle in un bagno d’acqua fredda e lasciarle in ammollo per mezz’ora, cambiando l’acqua un paio di volte, per togliere l’amido in eccesso. Per l’olio, infine, occorre scegliere quello con il “punto di fumo” più alto possibile. Perché oltre quel punto, infatti, gli oli si ossidano, sviluppando sostanze nocive per l’organismo, come ad esempio l’acroleina.
Quante patate fritte si possono mangiare? Secondo uno studio portato avanti dai ricercatori dell’università di Harvard non si dovrebbero mangiare più di 6 patate fritte. Tutto questo perché le patate fritte sono una vera e propria bomba di amido che si trasforma in zucchero velocemente nel sangue. In altre parole una porzione media di patate fritte presenta le stesse calorie di due o tre lattine di bibita gassata. Ecco perché bisognerebbe sostituire parte del nostro piatto di patate fritte con un alimento più sano come, appunto, un’insalata. Un altro studio aveva posto l’accento sulla pericolosità delle patate fritte: un consumo eccessivo portava rischio di mortalità maggiore.