Cefalù: perché Federico II manda in esilio il vescovo Arduino?

La storia dei primi anni della diocesi di Cefalù annota un serio contrasto fra il suo vescovo Arduino e Federico II. Il vescovo Arduino era un frate minore che al secolo di chiamava fra Francesco da Cefalù. Fu eletto dopo la morte del vescovo Cicala, il presule a cui Federico II sottrae nel 1215 i sarcofagi che si trovavano in Cattedrale. Fra Francesco viene eletto quale vescovo di Cefalù subito dopo la morte del Cicala ed ottiene la conferma di Papa Onorio III il 13 febbraio del 1223. Fin dalla sua elezione, però, Arduino ebbe contrasti con Federico II.
Tre erano i più gravi atti di accusa dell’Imperatore nei suoi confronti. Lo sperpero dei beni della chiesa, la mancata manutenzione della Cattedrale e la condotta poco decente. Il Vescovo chiede l’intervento del Papa. Nel 1224 si apre un vero e proprio processo al vescovo Arduino. A presiedere il tribunale arriva l’arcivescovo di Cosenza in qualità di legato apostolico. Arduino si difende. Il processo si chiude con un vero e proprio compromesso. Il vescovo viene reintegrato nei suoi privilegi. L’Imperatore diventa il custode del castello di Cefalù. Perché Federico II vuole mettere piede fra le mura del Castello? Cosa cerca al suo interno?
Alcuni storici sostengono che questo Castello è un luogo strategico per il controllo del territorio. Qualche altro studioso, invece, avanza la tesi che Federico II vi cercasse fra le mura la sepoltura di re Ruggero. Secondo questa tesi, infatti, Re Ruggero alcuni anni dopo la sua morte sarebbe stato traslato a dormire per sempre nel sarcofago che si era fatto costruire proprio all’interno della Basilica di Cefalù. Federico II, però, decide di far tornare il corpo di Ruggero a Palermo e così, profittando dell’assenza del vescovo di allora, Giovanni Cicala, trasporta i sarcofagi, tra cui quello con il corpo di Ruggero, nel capoluogo. I monaci che custodivano la Cattedrale, in realtàà, sarebbero riusciti a dare una nuova sepoltura a Ruggero evitandogli di far tornare a Palermo. Dove avrebbero deposto il Re una volta svuotato il sarcofago? Si pensava proprio all’interno del Castello cefaludese. Ecco perché Federico II per entravi accusa il vescovo e alla fine del processo ne chiede la custodia. Nel castello di Cefalù, però, Federico II non trova il corpo di Ruggero. L’Imperatore, per questo, ritorna a perseguitare il vescovo Arduino che è costretto ad andare in esilio. Stessa sorte toccherà al successore di Arduino, Jocelmo, un campano nominato da Papa Gregorio IX nel 1240. Guidò la diocesi di Cefalù per circa otto anni subendo anche lui le persecuzioni dell’Imperatore. 

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