Mai come quest’anno il venerdì santo è un giorno pieno di significato per l’umanità. Il silenzio di questi giorni dovuti a quel piccolo virus che ha messo sotto scacco l’umanità riporta al silenzio di quel venerdì santo di duemila anni fa quando la morte pensava di mettere sotto scacco Gesù. Così non è stato. Gesù è risorto e con la sua risurrezione ne è venuta fuori la vita di quell’ottavo giorno nel quale non c’è più tramonto. Ecco perché il silenzio del venerdì santo colora di significato la situazione nella quale da qualche tempo vive l’umanità. Il virus, infatti, non è per la morte dell’umanità ma perché l’uomo si converta e viva. Il virus diventa un monito per l’umanità perché capisca che la salvezza non arriva dalla scienza, dall’economia e dalla politica, che contro il virus si sono scoperte non potere fare niente. La salvezza dell’uomo arriva da quel venerdì santo di duemila anni fa quando la mano di Dio non ha lasciato che il Figlio restasse nella tomba. Proprio la risurrezione, quindi, trasfigura la morte in vita. Ecco perché un virus non può spegnere la fiducia dell’uomo. Tutti usciremo dalle nostre case e torneremo a vivere fra le strade della città. Ma nei prossimi giorni nulla sarà come prima perché la vita si sarà colorata di una certezza: occorre cambiare strada e non percorrere più la via che ci stava portando all’auto annientamento. Insomma il virus ha fermato la fine del mondo perché non ci sarà più il mondo nel quale stavamo vivendo prima che vi entrasse il coronavirus. Buon venerdì santo.