Misteri e leggende di Cefalù, tra magia e quadri enigmatici

Cefalù è una delle mete turistiche più amate dai viaggiatori che raggiungono la costa settentrionale della Sicilia, nonostante le piccole dimensioni del borgo: le numerose stradine, le porte sul mare e l’imponente Duomo sono solo alcuni degli elementi che rendono questa cittadina un luogo assolutamente da non perdere. Cefalù, infatti, cela storie e leggende incredibili che la rendono ancora più affascinante agli occhi dei turisti più curiosi e impavidi: scopriamone alcune in questo articolo.

Il misterioso sorriso del marinaio ignoto

Il quadro conosciuto come “Ritratto di ignoto marinaio” è uno dei simboli di Cefalù, tanto da essere uno dei principali richiami per i viaggiatori presenti in città, che non mancano di fare visita al Museo Mandralisca proprio per guardare da vicino una delle opere più affascinanti e oscure dell’intera Sicilia e non solo. La storia del dipinto presenta poche certezze: secondo la tradizione orale, il quadro venne infatti regalato al barone di Mandralisca sull’isola di Lipari, ma in realtà non esistono prove documentate né sul personaggio ritratto al suo interno, né sulle vicissitudini che ne hanno portato alla realizzazione.

Dipinta da Antonello da Messina tra gli anni ’60 e ’70 del XV secolo, l’opera raffigura un ignoto personaggio dal sorriso ironico e beffardo che richiama, per enigmaticità e mistero, quello ben più famoso della Monna Lisa di Leonardo da Vinci. Alcuni studi recenti ritengono che l’uomo ritratto nell’opera sia Francesco Vitale da Noja, vescovo di Cefalù e ambasciatore, vestito da marinaio e con una berretta nera, altri propendono per la figura di un uomo facoltoso e nobile, ma in mancanza di informazioni certe il quadro continua a essere conosciuto come “Il sorriso dell’ignoto marinaio”, nome che ha fatto da ispirazione anche per l’omonima opera letteraria di Vincenzo Consolo. Ipnotica per realismo ed espressività, la visione dal vivo del dipinto rappresenta senza dubbio un’esperienza ben diversa dal semplice racconto, in un incredibile mix di mistero psicologico ed eleganza dei tratti che saprà rapire lo sguardo di ogni visitatore del museo.

Il periodo siciliano di Aleister Crowley e dei suoi seguaci

Cefalù è nota tra gli amanti del mistero anche per i racconti riguardanti l’oscura figura di Aleister Crowley, scrittore e pittore britannico noto nel mondo dell’occulto che proprio qui, negli anni ’20, si insediò con alcuni suoi seguaci. Nella contrada di Santa Barbara è ancora possibile vedere ciò che rimane della cosiddetta Abbazia di Thelema, una piccola villa di campagna utilizzata da Crowley e dai suoi accoliti per la creazione di una comunità dedita a una vita a dir poco dissoluta.

Qui, secondo ciò che si narra in paese e tra gli appassionati del genere, venivano praticati gli atti più stravaganti e misteriosi, in netto contrasto con un contesto fortemente bigotto non solo nell’area siciliana ma anche nell’intera nazione: basti pensare che Aleister Crowley viene tuttora considerato uno dei personaggi più controversi dei tempi moderni, una figura legata anche alla leggenda che vorrebbe la band rock dei Led Zeppelin, per i quali Crowley fu quasi un guru, portata al successo e alla fama soltanto dopo aver stretto un patto col diavolo.
Una storia, quest’ultima, che richiama alla mente altri episodi storici legati a presunti accordi con il Maligno per vincere al gioco o per raggiungere la gloria imparando a suonare la chitarra, come narrano per esempio le leggende del “Mago di Montecarlo” Francois Blanc e del chitarrista blues Robert Johnson.

La costruzione del Duomo, tra leggenda e protezione militare

Un’altra interessante leggenda che riguarda Cefalù è quella che ha per oggetto il Duomo, l’edificio sicuramente più conosciuto e imponente di tutta la cittadina siciliana, punto di riferimento non solo dal punto di vista architettonico ma anche come luogo di ritrovo, data la sua centralità e la presenza dell’ampia piazza antistante, amata da cittadini e turisti.

Tradizione vuole che l’edificio sia stato costruito da Ruggero II come forma di omaggio e ringraziamento al Santissimo Salvatore, una volta approdato sulla spiaggia di Cefalù dopo essere riuscito a sfuggire a una violenta tempesta. Una delle caratteristiche più evidenti del Duomo, che risale al XII secolo, è tuttavia la sua somiglianza architettonica con le fortezze medievali, un aspetto questo che mette in evidenza l’importanza politica e militare della struttura, vista non soltanto come un luogo di fede e devozione ma anche come un baluardo a difesa della città.

Piccoli e grandi misteri rendono dunque Cefalù una meta di grande interesse, non soltanto per chi desidera rilassarsi in un borgo di mare dal fascino unico, ma anche per coloro che amano andare alla scoperta dei segreti del passato, una caratteristica che la provincia palermitana e la Sicilia tutta offrono da secoli agli occhi ammaliati dei visitatori.

 

 

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