Il Teatro Comunale di Termini Imerese (PA), un tempo in seno al Palazzo di Città, esistette sino agli anni 1910-1912. Dopo questa data, l’opera architettonica, dalla struttura interamente in legno, e che occupava un’area di circa 160 m2 pose fine di esistere, poiché essa fu smantellata in occasione dei lavori di rifacimento e trasformazione dell’edificio municipale.
Il Teatro “Stesicoro”, poteva contenere 250 spettatori. In realtà, queste notizie la facciamo nostra, qui per la prima volta, dal momento che la struttura teatrale fu censita e trovasi nel tomo: “La Legislazione e Giurisprudenza dei Teatri”, vol. II del 1872. Infatti, nella suddetta opera fu riportata dal Governo, alla voce Elenco dei Teatri d’Italia, oltre al locale “Stesicoro” anche gli altri 939 teatri italiani.
Elenco dei Teatri d’Italia
Numero progressivo dei Comuni (639)
Numero progressivo dei Teatri (833)
Comune (Termini)
Denominazione del Teatro (Teatro Comunale Stesicoro)
Provincia (Palermo)
Capacità – Posti (250)
Ordine (III)
Il Teatro Comunale di Termini Imerese, denominato durante il dominio Borbonico, Real Teatro S. Francesco, a noi piace immaginarlo, con la sua tipica forma architettonica di Teatro all’Italiana. Difatti, questa configurazione diffusasi nel nostro paese e nel resto dell’Europa fra il XVIII e XIX secolo, era composta da una sala chiusa, con palchetti e palcoscenico frontale.
La genesi costruttiva del Teatro all’Italiana si colloca sul finire del XVI secolo. La sua trasformazione strutturale proseguì nel corso di tutto il Seicento, e si affermò come impianto sino a tutto l’Ottocento.
Gli ideatori di questa trasformazione si ispirarono sul modello dei teatri greci. Infatti, il Teatro all’Italiana ebbe una peculiare disposizione, ossia un riordino strutturale interno dell’edificio stesso che si ravvisò mediante alcune caratteristiche: pianta a ferro di cavallo, l’impiego dei palchi, netta separazione tra palcoscenico e sala.
Pertanto, in merito alle modifiche apportate, si distinsero i seguenti elementi:
La sala dalla forma rettangolare assunse in seguito una conformazione a ferro di cavallo, con la conseguente nascita della platea.
Furono soppresse le gradinate e sostituite con i palchi; questi ultimi, separati tra loro, vennero divisi sia in altezza che per ordini.
Si creò una maggiore profondità dello spazio scenico, il che permise all’attore di recitare più in profondità (e non davanti alla scena, come nel Teatro Rinascimentale), sfruttando gli spazi prospettici, e le innovative quinte.
Il Teatro comunale termitano come per le altre strutture più o meno grandi sparse nella penisola, era munito degli elementi tipici per una rappresentazione, ovverosia: platea, palchi tutt’intorno, loggione, spazio per l’orchestra, proscenio, sipario e camerini, il tutto in un limitato spazio di circa 9 x 17 m.
Una evidente testimonianza del suo interno ci viene tratteggiata nell’opera L’esercito in Africa, di Francesco Dominici Longo (1). Una Commemorazione tenutasi nel Teatro Comunale di Termini Imerese il 13 marzo 1887, in occasione di una festa di beneficenza per le famiglie dei caduti a Saati e Dogali, promossa dalla Società dei reduci: Italia e Casa Savoia”.
Eccone il testo:
SERATA DI BENEFICENZA
NEL
TEATRO COMUNALE
(13 marzo 1887)
«Il Teatro è illuminato a cera, ricco di festoni, di ghirlande e di leggende, che ricordano le più celebri battaglie d’Italia dell’epoca moderna.
Nel palco scenico sorge un bel trofeo di armi e bandiere con brevissima epigrafe su gli eroi di Saati e Dogali.
Tanto la platea, che i palchi contengono molte persone. La rappresentanza Municipale e tutte le autorità politiche e militari sono presenti. Rendono più gaia la serata non poche distinte e gentili Signore e Signorine.
L’orchestra, diretta dal Prof. Giuseppe Geraci, è al posto, la compongono parecchi membri della Filarmonica PETRELLA e i musicanti della Banda Municipale.
Appena si alza il sipario 40 ragazzi cantano un inno pei caduti di Dogali, composto dal prof. Giuseppe Arrigo, musicato egregiamente dal Prof. Giuseppe Geraci.
L’inno desta vivissima commozione; il pubblico applaude fragorosamente.
Indi l’Avv. F. Dominici-Longo, circondato da parecchi membri della Società dei Reduci Italia e Casa Savoia pronunzia una sentita commemorazione: l’Esercito Italiano in Africa.
Poscia canta mirabilmente il sig. Marco D’Alia una romanza del Ballo in Maschera.
Infine si chiude la serata con una brillante commedia recitata dall’esimia compagnia Vasco, che gentilmente si prestò».
Il Teatro “Stesicoro” al di là della sua naturale vocazione, ospitò anche rappresentazioni, manifestazioni, e veglioni. In quest’ultima circostanza è degno di nota segnalare il veglione inserito per festa carnascialesca del 1876, organizzato dall’originaria Società del Carnevale.
La benemerita Società termitana di cui Giuseppe Patiri 1846 – 1917 (noto paletnologo, etnologo e storico termitano), ne fu socio e promotore, rappresentò la prima forma organizzata di manifestazione carnevalesca documentata. Inoltre, secondo gli ultimi rinvenimenti documentari acquisiti, il Carnevale di Termini Imerese è considerato a gran voce uno dei carnevali più antichi d’Italia ed erede diretto dell’antico carnevale di Palermo.
Una curiosità storica in merito a quello che fu il Teatro “Stesicoro” ce la riporta Giuseppe Navarra (1893-1991), noto giornalista e storico, terminese. In realtà nel suo “Termini com’era”, ci riferisce che il piccolo teatro termitano, ricavato nell’ala occidentale del Palazzo di città, proprio in autunno, si poteva scorgere “…rizzata all’esterno una comoda ed ampia scala esterna di sicurezza, in legno che adduceva al balconcino a petto adiacente al portone del municipio, e che segnalava ai cittadini che la stagione teatrale era incominciata…”.
Oggi, il Teatro “Stesicoro” di Termini Imerese oramai non più esistente, a mio avviso, possiamo idealmente immaginarlo, rapportandolo nell’aspetto volumetrico, con due Teatri italiani fortunatamente attivi e operanti: quello di Cefalù in provincia di Palermo e di Monte Castello di Vibio in provincia di Perugia. I quali furono riportati anch’essi nel suddetto “Elenco dei Teatri d’Italia”. Essi, contenevano rispettivamente 100 e 300 posti, e ambedue classificati di III classe.
Il Teatro Comunale di Cefalù che nel 1982 fu intitolato al Maestro violinista cefaludese Salvatore Cicero, ha la caratteristica forma a Ferro di Cavallo.
Mentre il Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio, realizzato interamente in legno, ha la sala con pianta a campana, ed è una fedele riproduzione in miniatura dei grandi teatri all’italiana. Pertanto, oltre ad essere considerato architettonicamente il più piccolo teatro storico del mondo, rappresenta un unicum di teatro settecentesco di stile goldoniano.
Note:
(1) Francesco Dominici Longo (1844-1931) Avvocato, fu socio della Società Siciliana per la Storia Patria. Compilò lo Statuto e il Regolamento della Società per la lettura popolare. Fu autore: Cenno biografico di Paolo Balsamo, Palermo, presso Mirto, 1867; Resoconto per l’anno 1872-73 della Biblioteca circolante di Termini Imerese (Termini Amore e Giuffrè); Le biblioteche circolanti e le classi operarie, Verona, presso G. Drezza 1874. Fu uno dei più valenti giuristi siciliani, Tesoriere (1899) e successivamente Presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Termini Imerese. E inoltre Sindaco di Termini Imerese dal 1902 al 1904.
Bibliografia e Sitografia
Fabrizio Carini Motta, “Trattato sopra la struttura de Teatri, e Scene, che à nostri giorni si costumano, e delle Regole per far quelli con proportione secondo l’Insegnamento della pratica Maestra Commune”, Guastalla, 1676.
Enrico Rosmini, La Legislazione e la Giurisprudenza dei Teatri, Vol. 2: Trattato dei Diritti e Delle Obbligazioni Degli Impresari, Artisti, Autori, Delle Direzioni, … Agenti Teatrali, Ecc. Ecc, Milano, 1872.
Francesco Dominici Longo L’esercito in Africa, Tipografia Fratelli Amore, Termini Imerese 1887 (Commemorazione tenutasi nel Teatro Comunale di Termini Imerese il 13 marzo 1887 “in occasione di una festa di beneficenza per le famiglie dei caduti a Saati e Dogali, promossa dalla Società dei reduci: Italia e Casa Savoia”).
Giuseppe Navarra, “Termini com’era” GASM, 352 pp. 2000.
Patrizia Bova, Antonio Contino, Giuseppe Esposito L’estrazione e l’uso delle “brecce a rudiste” (Cretaceo sommitale) in Termini Imerese (PA) nei secoli XVII-XX, in: Gabriele Marino e Rosario Termotto (a cura di), Arte e Storia delle Madonie – Studi per Nico Marino, voll. VII-VIII, Atti della VII e VIII edizione, Cefalù – Sala delle Capriate, Palazzo del Comune, Piazza Duomo, 4 novembre 2017 e 3 dicembre 2018, pp. 119-141.
Giuseppe Longo, 2017 – “Proclama” del 1876 di Giuseppe Patiri per la Società del Carnovale, in Termini Imerese”, Cefalunews.org, 7 ottobre.
G. Longo, 2018 – “Il binomio Palermo-Termini, tra porte civiche, manifestazioni carnascialesche e “gustose” leggende metropolitane“, Cefalunews.org, 22 dicembre.
G. Longo, 2019 – “Riflessioni sulla festa carnascialesca di Termini Imerese l’erede indiscussa dell’antico Carnevale di Palermo”, Cefalunews.org, 4 febbraio.
G. Longo,“Il centesimo anniversario della morte di Giuseppe Patiri (1917-2017)”, Sicil-Post Magazine – Rivista della Associazione Nazionale di Storia Postale Siciliana (A.S.P.S.) Anno XX – n. 40 -Dicembre 2019, p. 9.
G. Longo, 2020 – Quando al Teatro Comunale “Stesicoro” si festeggiava il Carnevale di Termini Imerese, Cefalunews.org, 8 maggio.
G. Longo, 2020 – “Il Teatro comunale di Termini Imerese e la storia del Palazzo civico: nuovi studi e scoperte”, Cefalunews.org, 28 giugno.
G. Longo, 2020 – “Il francobollo dedicato al Carnevale di Termini Imerese e Giuseppe Patiri totalmente dimenticato”, Cefalunews.org, 22 agosto.
Teatro Comunale S. Cicero, www.comune.cefalu.pa.it
Il teatro all’italiana più piccolo del mondo, www.storiadelladanza.it
Il Teatro della Concordia, www.teatropiccolo.it
Teatro della Concordia (Monte Castello di Vibio), Wikipedia
Foto di copertina: Balcone a petto nell’ala occidentale del Palazzo Civico di Termini Imerese, attuale Ufficio del Sindaco. Sino agli anni 1910-1912, luogo del Teatro Comunale “Stesicoro”.
Giuseppe Longo
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