A Paolo
Adesso farai le scarpe
per i piedi degli angeli.
Le tue grosse mani
sapranno lavorar di fino
e fare calzature celestiali
così leggere
da non appesantire
i loro voli.
E la tua anima, leggera,
senza più l’impaccio d’un corpo
ormai riluttante,
sarà vicina ad Anna,
come volevi.
A me lasci Vita,
che è la Vita,
carne della vostra carne.
Per ora ci incontreremo in sogno
– già accadeva
perché spesso tu e Anna
eravate certe notti
insieme a mio padre e mia madre,
e a Vita e mia sorella
ma anche ancora gli altri di Cefalù,
mia nuova famiglia –
ci incontreremo in sonno
per bere ancora insieme
un bicchiere di quell’Aglianico di Baal
che tanto ti piaceva.
Che tanto ti piace.