Cosa succede a chi assume più di 1000 unità di vitamina D al giorno? Risponde la medicina

Cosa succede a chi assume più di 1000 unità di vitamina D al giorno? I sintomi iniziali della tossicità della vitamina D sono la perdita dell’appetito, la nausea e il vomito, seguiti da debolezza, nervosismo e ipertensione arteriosa. Assumere molta vitamina D causa elevati livelli di calcio nel sangue. In questo caso si può perdere l’appetito, avere sintomi di nausea, vomito, e sentirsi deboli e nervosi. «L’assunzione quotidiana di dosi molto elevate di vitamina D, ad esempio una dose 60-100 volte superiore alla dose giornaliera raccomandata (RDA) per diversi mesi, può causare tossicità e alti livelli ematici di calcio (ipercalcemia)» sostiene il sito https://www.msdmanuals.com/ I segni clinici in chi assume più di 1000 unità di vitamina D al giorno sono ipercalcemia, ipercalciuria e calcificazione dei tessuti molli. Non essendo molto presente questa vitamina negli alimenti un eccesso nella sua assunzione può avvenire assumendo farmaci e/o integratori di vitamina D.

A cosa serve la vitamina D? Come recita il sito https://www.humanitas.it/ «La vitamina D è perlopiù sintetizzata dal nostro organismo, attraverso l’assorbimento dei raggi del sole operato dalla pelle. Questa vitamina è un regolatore del metabolismo del calcio e per questo è utile nell’azione di calcificazione delle ossa. La vitamina D contribuisce inoltre a mantenere nella norma i livelli di calcio e di fosforo nel sangue». Una carenza di vitamina D, sempre secondo lo stesso sito di medicina, incide in modo negativo sulla calcificazione delle ossa e può avere effetti che vanno dal rachitismo per i bambini alle deformazioni ossee di varia natura fino alla osteomalacia. Quest’ultima si presenta quando la struttura ossea esternamente è integra ma all’interno registra un contenuto minerale insufficiente.

In quali alimenti si trova la vitamina D? «Purtroppo pochi cibi contengono quantità adeguate di vitamina D, a meno che non siano stati addizionati come succede negli USA, dove la vitamina D viene aggiunta nel latte e nello yogurt. Infatti la vitamina D viene prodotta dal nostro organismo a livello renale e poi il processo viene completato a livello della pelle, soprattutto quando è colpita dai raggi solari, ma non sembra essere modificato dall’alimentazione». E’ quanto afferma il sito di medicina https://www.humanitas.it/ Alcuni alimenti hanno quantità più elevata di vitamina D rispetto ad altri. Questi alimenti sono il salmone, lo sgombro ma meglio se sono pescati e non di allevamento, Tra gli alimenti con vitamina D anche il tuorlo d’uovo e i funghi anche questi sempre se esposti ai raggi ultravioletti. Ricco di vitamina D è anche l’olio di fegato di merluzzo ma contenendo anche quantità elevate di vitamina A è sempre meglio non abusarne.

Quali comportamenti possono provocare la carenza di vitamina D? Dato che la maggior parte della vitamina D viene recepita dai raggi del sole a provocarne una carenza possono essere tutti quei comportamenti che impediscano l’esposizione al sole. E allora in particolare il vestirsi troppo coperti, l’utilizzare protezioni solari troppo elevate o restare al chiuso per lunghe ore. «La vitamina D viene “dispersa” anche a causa di comportamenti poco sani come l’abuso di alcol e il consumo di sostanze stupefacenti. Inoltre, l’uso di certi farmaci può influire sulla quantità di vitamina D custodita dal nostro organismo» sostiene il sito https://www.humanitas.it/

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