Cosa sta succedendo nel Bresciano assalito dalla variante?

Nella provincia di Brescia i sindaci faticano a contenere un contagio in continua espansione. La popolazione non rispetta più le regole e per proteggersi e si riversa nei parchi. Marco Ghitti, sindaco di Iseo, spiega all’AGI che la stratificazione dei nuovi casi positivi vede il crollo dell’età, con bimbi positivi anche di 4 anni, un abbassamento importante dovuto alla variante inglese che sta scalzando quella vecchia. Nel giro di dieci giorni sono passati da 9 a 48 positivi, con un decesso. “Bisognerebbe chiudere, stiamo implorando da giorni che lo si faccia”. Osvaldo Brignoli è medico di base di Capriolo, e racconta all’AGI la situazione in uno dei focolai più preoccupanti per come lo vede dal suo, sempre più affollato, ambulatorio. “Siamo messi male, siamo pieni di infetti, che non vuol dire necessariamente malati. Quello che osserviamo è che, nel giro di poche ore, se si infetta uno della famiglia lo diventano anche tutti gli altri. Gli ospedali – aggiunge – sono saturi, tengono solo qualche posto solo per i casi gravissimi. Bisognerebbe fare le vaccinazioni a tappeto e invece solo da domani inizia quella sistematica degli over 80″.

Secondo il medico, Brescia è la provincia più colpita per varie ragioni: “Perché non c’è mai stata soluzione di discontinuità, anzitutto. Da ottobre dopo la ‘pausa’ estiva il virus è ricomparso senza mai sparire e quando i giovani sono stati ‘liberati’ hanno impestato tutto. Il settanta per cento ora è variante inglese. Poi c’è il fatto che è una provincia che lavora molto e, come anche altrove, non si rispettano le regole per evitare il contagio”.

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