Cefalù, muore il turismo stagionale: protesta in piazza Duomo

A Cefalù chi viveva di turismo stagionale oggi non vive più. Da più di un anno le categorie economicamente colpite dalle conseguenze della pandemia sono sempre le stesse. «Abbiamo attinto anche ai nostri ultimi risparmi e ci siamo indebitati per cercare di sopravvivere fino ad oggi e non far morire, assieme alle nostre attività, tutto l’indotto e la filiera a noi collegati. Per sostenere le nostre famiglie e quelle dei nostri collaboratori. Adesso abbiamo finito tutto, anche la speranza». E’ quanto scrivono in un comunicato associazioni e operatori del settore che annunciano per mercoledì 17 marzo un sit-in di protesta. «Ci è rimasta solo la dignità. Quella di chi non si vuole rassegnare al fallimento e non può accettare l’idea di buttare via anni e anni di duro lavoro. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, ma questo diritto, per Noi sembra non esistere più. Ristori farsa e Tasse incalzanti che come una spada di Damocle pendono sulle nostre teste. Noi non abbiamo più risorse per andare avanti».

«Strutture Ricettive, Ristoratori, Commercianti, Artigiani e tutti coloro che lavorano, in maniera diretta o indiretta col turismo, sono in ginocchio da troppo tempo ormai. Molti di loro non si rialzeranno mai più. Chiediamo Ristori concreti immediati e aeguati, una tassazione proporzionale alla stagionalità e almeno un anno fiscale bianco». A annunciare la protesta in piazza Duomo per mercoledì 17 marzo sono le associazioni Federlaberghi , Associazione Ristotatori Cefalù ho.re.ca., Cefalù Com (commercianti ), Cefalù Extralberghieri, le Guide Turistiche e altri operatori di settore.

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