Gandolfo Mangialino: il prete polizzano che ha camminato con i lavoratori

E’ morto ad appena 53 anni. Nei suoi 28 anni di sacerdozio ha portato il Vangelo fra i lavoratori diventando una vera voce profetica. Parliamo di padre Gandolfo Mangialino. È  nato a Polizzi Generosa il 15 ottobre 1927 e morto il 30 settembre 1980 ad appena 53 anni. Nei suoi 28 anni di sacerdozio ha annunciato il Vangelo nel mondo del lavoro e si è fatto voce dei lavoratori, soprattutto di quanti erano abbandonati e nessuno pensava. Lo ha fatto in un periodo storico che ha visto profondi cambiamenti nella società e nella Chiesa.  La ricostruzione del dopoguerra, il boom economico, il concilio Vaticano II, la protesta studentesca del 68, gli anni del terrorismo.

Primo di quattro figli, Gandolfo, fin da giovane entra nel Seminario di Cefalù per diventare sacerdote. Viene ordinato presbitero dal Vescovo Emiliano Cagnoni il 6 luglio 1952. La celebrazione si tiene nella Matrice di Polizzi e vede la partecipazione di una folla di persone.  Appena ordinato sacerdote Gandolfo viene lasciato dal Vescovo a Polizzi per aiutare l’allora parroco don Vincenzo Greco. Da subito comincia ad occuparsi dei lavoratori e il suo impegno desta molto scalpore. Sono gli anni ’50 e in alcuni ambienti ecclesiali non erano visti di buon occhio i preti che si occupavano di sociale. Padre Mangialino, da vero profeta, inizia la sua opera verso un gruppo di lavoratori polizzani. Si occupa subito della loro assistenza sociale. Sbriga pratiche per dare loro assistenza ed in particolare si occupa di fare avere le pensioni a quanti ne avevano diritto. Il suo modo di fare, e quella sua carica evangelica a favore dei lavoratori, spinge il vescovo Cagnoni a chiamarlo a Cefalù. Gli chiede di occuparsi non solo dei lavoratori del suo paese ma di tutti quelli che vivono nella diocesi cefaludese. Gandolfo accetta il nuovo incarico e lascia la sua Polizzi.

A Cefalù il Vescovo gli chiede di occuparsi anche della formazione dei seminaristi. Lo nomina beneficiario della Cattedrale e presto gli affida l’amministrazione della Mensa Vescovile. Un incarico quest’ultimo molto importante e nello stesso tempo assai delicato. Padre Mangialino non si risparmia. Trova tempo per tutti e non dimentica i suoi polizzani. Periodicamente torna nella sua Polizzi per ascoltarne i bisogni dei suoi concittadini. Ha una sede per incontrarli in un fabbricato che si trova accanto alla Matrice. Uno stanzino a primo piano al quale si accede attraverso una stretta scala. Lui padre Mangialino in quella stanza riceve tutti e per tutti si occupa di sbrigare pratiche e risolvere problemi.

Intanto a Cefalù padre Mangialino viene nominato assistente diocesano delle Acli. La sua azione a favore dei lavoratori diventa sempre più importante ed incisiva. Non esita ad impegnarsi anche sul fronte sociale animando i comitati cittadini che esistevano in Diocesi. In particolare a Cefalù conosce e lavora insieme a Prospero Giardina, Filippo Testa, Salvatore Serio ed Eugenio Bonafede. La fama di prete sociale che porta il Vangelo ai lavoratori arriva a Palermo. Gandolfo Mangialino viene nominato assistente provinciale della Acli e presto anche assistente regionale. I Vescovi siciliani lo designano quale delegato regionale per i problemi del lavoro e Gandolfo lavora accanto al Vescovo di Piazza Armerina, Sebastiano Rosso, che a nome dei vescovi Siciliani portava avanti le problematiche sociali e del lavoro nell’Isola. Sul fronte della Acli, Mangialino lavora insieme a Ferdinando Russo, di tre anni più giovane di lui, che era il Presidente Regionale dell’associazione. Viaggia fra Cefalù e Palermo a bordo della sua fiat 600. Quando nel 1968, su richiesta del mondo cattolico, Ferdinando Russo viene eletto deputato al Parlamento Nazionale come rappresentante della Democrazia Cristiana, al suo posto quale Segretario regionale delle Acli viene nominato Nino Alongi. Per Mangialino l’impegno a favore dei lavoratori siciliani diventa ancora più forte.

Nel 1969 si trasferisce a Palermo per essere ancora più vicino al gruppo dirigenziale delle Acli siciliane. Affitta un appartamento nella via Michele Cipolla. Con lui va ad abitare la sorella. Da questo momento si intensificano le sue visite nei diversi paesi della Sicilia. Organizza Convegni e partecipa a riunioni. Dal capoluogo promuove nelle singole province e nei comuni le Acli e l’assistenza ai lavoratori. A Palermo crea ed anima un gruppo dirigente che vede fra i partecipanti Angelo Capitummino e Franco La Rocca. In quegli anni a Cefalù era vescovo Calogero Lauricella.

Nel 1972 padre Mangialino lascia Palermo e torna nella sua Cefalù. Il vescovo Lauricella lo vuole accanto per dare ulteriore impulso all’impegno della chiesa diocesana nel sociale. Il Concilio era terminato da alcuni anni e la chiesa si era aperta al sociale. Mangialino insegna dapprima al Geometra e successivamente alla scuola media. Sceglie di vivere in un appartamento della cittadina normanna con la sorella. Prima in un appartamento in via Porta Bianca e successivamente in via Gibilmanna. É afflitto però dal diabete. Nonostante le cure, è costretto a rallentare la sua attività perchè colpito da una forte miopia. La sua salute peggiora di anno in anno ma lui non si arrende. Continua a girare per portare il vangelo ai lavoratori grazie alla sorella che lo accompagna con l’auto. A Cefalù collabora con padre Camilleri parroco di san Francesco. I due erano molto amici. Quando nel 1977 padre Mangialino celebra a Polizzi il suo 25° anno di sacerdozio non ci vedeva più bene. Diceva di volere offrire la sua sofferenza per la causa dei lavoratori. Muore il 30 settembre 1980. Il suo funerale si tiene nella matrice di Polizzi Generosa. Per l’ultimo saluto arrivano sacerdoti e amici da tutta l’Isola. A presiederlo è il Vescovo Emanuele Cataricchia che durante l’omelia esalta le virtù evangeliche e sociali di padre Mangialino definendolo un profeta dei nostri giorni. (Nella foto scattata a Polizzi durante una Missione padre Mangialino è il secondo da destra fra i preti seduti).

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