La triste notizia arriva da Livorno, dove Santo Santino Risiedeva. Nato a Gratteri, Santo Santino (3 marzo 1922), nome di battaglia “Ciclone”, dopo 70 anni, ha raccontato la sua storia di partigiano della Matteotti sul monte Grappa dove comandò il battaglione Tonino Boschieri (dal nome del suo amico barbaramente ucciso durante il rastrellamento). Innumerevoli le azioni da lui condotte sul Grappa fino alla liberazione di Maser nell’aprile 1945. La sa storia di Partigiano inizia quando invia una lettera
“Al Presidente dell’Anpi di Treviso”, Aprile 2014
Sono un partigiano della Brigata G. Matteotti, che operò principalmente sul Grappa e nella pianura verso Montebelluna fino al Montello.
Ero comandante del “Battaglione Tonino Boschieri”e il giorno dell’insurrezione abbiamo combattuto o, per meglio dire, liberato Maser. Il motivo della mia lettera è perché vorrei sapere se è stato scritto un libro sulla Brigata Matteotti o sulla storia della Liberazione in quella zona. Ho 92 anni e vorrei rivivere per qualche ora quei tempi di speranza e di grande fraternità che ho vissuto con il popolo veneto.
Fraterni saluti Santo Santino.”
Questa lettera recapitata nell’aprile del 2014 alla sede dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Treviso, portò alla luce, dopo 70 anni di silenzio, la storia di Santo Santino, il partigiano “Ciclone”, e fece incontrare metaforicamente due amici che nel 1944 combatterono insieme in Veneto sul Monte Grappa nella Brigata Matteotti fino a che le loro strade si divisero nell’ultima drammatica fuga.
Nella lettera Santo si presentò come il comandante di un battaglione della Matteotti, il battaglione Antonio Boschieri, dal nome del suo amico di lotta ucciso nel tragico rastrellamento nazifascista che colpì quella montagna nel settembre del ‘44.
Con il suo battaglione poi Santo, il 28 aprile del ’45, liberò il paese di Maser (nel trevigiano).
Racconta Santo “Durante la battaglia, la ritirata e la notte in cui ci siamo separati, Toni ed io siamo stati sempre assieme. Quando poi , dopo il rastrellamento, abbiamo riorganizzato la Brigata, abbiamo dato il nome del caro Tonino a un battaglione di cui io fui comandante e ne fui orgoglioso”.
Il suo amico Antonio era il comandante D’Artagnan della Matteotti e da anni la nipote Catia Costanzo Boschieri, Presidente della Sezione Anpi – Montebelluna (TV), stava cercando di ricostruirne la storia, le gesta, la personalità attraverso testimonianze reali e dirette.
“Questa lettera, di cui fui prontamente informata dal presidente dell’Anpi di Treviso Umberto Lorenzoni, il partigiano “Eros”, fu per me un regalo insperato, una finestra che si aprì su pagine di storia sconosciute. Dal Veneto mi sono precipitata a Livorno per conoscere chi aveva vissuto quei 20 mesi ribelli con mio zio… sono andata a trovare Santo non una volta, ma più e più volte. In quelle occasioni ho conosciuto Libero Michelucci, suo caro amico. Insieme abbiamo ricostruito l’incredibile storia di quest’uomo e dei suoi compagni. Una delle tante storie della nostra Italia resistente, a volte, come in questo caso, rimasta nell’ombra per decenni. Storie di ragazzi coraggiosi che con la loro scelta, in quei venti mesi di guerra di liberazione, formarono un esercito trasversale per età, per cultura, per status sociale, per provenienza geografica. Sempre più emergono storie di giovani del sud Italia presenti nelle fila dei combattenti per la libertà. In quel periodo nacquero e si consolidarono amicizie che superarono la morte e il passare del tempo e che nel racconto dei protagonisti, ancora oggi, mantengono la freschezza, la autenticità, l’affetto e l’ideale di allora. Così, dopo 70 anni, Santo e Toni si sono ritrovati … “. Dal racconto un libro presentato a Gratteri con una solenne cerimonia presieduta dal Sindaco Giacomo Ilardo e la presenza di rappresentanti di associazioni partigiane.
“La notizia della scomparsa del signor Santo Santino – afferma il Sindaco Giuseppe Muffoletto – venuto meno ai vivi questa notte a Livorno dove viveva ormai da tantissimi anni , mi ha rattristato alquanto non solo perché da me personalmente conosciuto ma soprattutto perché con lui scompare un nitido esempio di uomo libero che per la libertà del nostro Paese ha strenuamente combattuto partecipando , a rischio della vita e con immensi sacrifici, alla lotta partigiana contro il nazifascismo . Il ” partigiano del Grappa ” , il ” Comandante Ciclone ” si è allontanato a 99 anni da questo mondo lasciando di sé l’immagine di un uomo che è vissuto, sempre, portando nel cuore e nella mente gli ideali più nobili : la libertà e il rispetto per la dignità per l’uomo. ” A venti anni ho capito cosa è la dignità umana e cosa vuol dire battersi per gli ideali e per la libertà degli altri”. Sono parole sue . Esse devono farci riflettere. Oggi la Comunità di Gratteri , i cui sentimenti ritengo di poter interpretare, piange il Figlio che non incontrerà più. Ma al tempo stesso lo ricorda fiera di poter dire ” è stato uno di noi “. Tantissimi Messaggi di Cordoglio arrivano dalle Associazioni Partigiane.