5 pericoli delle pesche per la glicemia: ecco le più rischiose

Non tutti sanno che le pesche vanno limitate da chi vuole tenere sotto controllo la glicemia. Come scrive il sito www.diabete.net le pesche vanno mangiate con la giusta moderazione da chi ha il diabete. Il segreto per conciliare il consumo di frutta con il glucosio è selezionare quei prodotti che contengono meno zuccheri e che hanno un basso indice glicemico. Nelle pesche fresche, infatti, l’indice glicemico è pari a 35.

Nichel. Nelle pesche ci sono 15 μg di nichel ogni 100 grammi di frutto. Contiene anche degli allergeni nella polpa e nella buccia che possono dare vita ad un’allergia. I sintomi possono variare da soggetto a soggetto. I più comuni sono il prurito con il solo tatto o dopo l’ingerimento, gonfiore, problemi gastrointestinali e il grave shock anafilattico. Chi sospetta di essere allergico alla pesca si rivolga al proprio medico.

Ossalati. Nelle pesche non si trovano grosse concentrazioni di ossalati. Queste sostanze sono dei composti che, unendosi al calcio, possono portare alla formazione dei calcoli renali. In Italia, quanti soffrono di calcolosi renale, nella maggior parte dei casi hanno del cosiddette pietruzze costituite proprio da ossalato di calcio. Ecco perché chi soffre di calcolosi non dovrebbe eccedere nel consumo di cibi con ossalati. Mangiare le pesche potrebbe essere quasi sicuro.

Omega-3. Tutti sappiamo quanti siano importanti questi grassi buoni. Chi soffre di glicemia deve però stare molto attento. Il consumo di acidi grassi come l’omega-3 viene consigliato da alcuni per la convinzione che potrebbe proteggere dal diabete. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha effettuato alcune ricerche mirate. Si è riscontrato che gli integratori di omega-3 non offrirebbero vantaggi. Il consumo di omega-3 ha avuto un effetto scarso sulla diagnosi del diabete.

Potassio. In 100 grammi di pesche si trovano 190 milligrammi di potassio. Esso è importante per la riduzione della pressione arteriosa ma anche per regolare la frequenza cardiaca. Il potassio aiuta a trasmettere gli impulsi nervosi ed è importante per la contrazione delle fibre muscolari. Il potassio è un vasodilatatore. Ecco perché contrasta l’azione del sodio e riduce la pressione arteriosa. Il potassio influenza la secrezione dell’insulina delle β-cellule pancreatiche.

Ferro. Nelle pesche si trova pochissimo ferro. Appena 0,25 milligrammi di ferro ogni etto di frutta. Come sostiene il sito www.diabete.net se il ferro viene assunto in quantità eccessive può diventare un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2. Il ferro crea uno stato di “stress ossidativo” che, nel tempo, può danneggiare le cellule. Potrebbe portare allo sviluppo del diabete riducendo la sensibilità delle cellule all’insulina.

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