La Città di Cefalù ha intitolato una via a questa storica data che rimanda all’Eroe cefaludese Salvatore Spinuzza, protagonista del Risorgimento cefaludese unitamente a Carlo e Nicola Botta, Andrea Maggio, Cesare Civello, Alessandro Guarnera e al fratello Antonio Spinuzza. Il suo nome viene accostato a quello di Francesco Bentivegna di Corleone, l’altro protagonista della rivolta antiborbonica del 25 novembre 1856. Il moto insurrezionale fu represso, ed i suoi capi, datisi alla fuga, vennero catturati nel territorio di Pettineo e, tranne il Civello che riuscì a fuggire a Malta, sottoposti a processo. Salvatore Spinuzza e Francesco Bentivegna furono entrambi condannati dal Tribunale militare alla pena capitale. La condanna per lo Spinuzza fu eseguita il 14 marzo 1857.
Il monumento a Spinuzza è stato eretto nell’attuale Piazza Garibaldi, il luogo del martirio. La Via XXV Novembre e alla sinistra del Municipio. Anche un plesso della Scuola Elementare è dedicato a Spinuzza. Nella Via XXV Novembre una lapide è stata posta nel 2006 dai Sindaci di Cefalù, Corleone e Gratteri, paese di Bonafede, altro Eroe di quella rivolta. Presente l’Ambasciatrice di Ungheria. L’indimenticabile Nico Marino curò l’aspetto storico e presentò anche un Libro: 1856.
Sulla Storia di Spinuzza lo storico cefaludese Salvatore Matassa ha scritto il libro “I moti rivoluzionari e Salvatore Spinuzza martire del Risorgimento”, un volume, edizione di pregio, che si presenta come puntuale diario degli avvenimenti succedutisi a Cefalù e nel circondario durante i moti rivoluzionari. Amante di storia locale, collezionista di storia postale e ricercatore, Totò Matassa ha raccolto in modo attento tutte le tessere, giustapponendole, in modo tale da dare a noi la visione di un mosaico nella sua interezza.