Vi abitano quattro donne che hanno già varcato ils ecolo di vita. E sono diverse persone sono in procinto di attraversare questo traguardo. Le centenarie sono tutte in buona salute, tutte nate e cresciute in questo comune delle Madonie che un anno fa ha sfiorato il titolo di Borgo dei Borghi. A renderlo tale sono le sue bellezze naturali ed artistiche ma anche e soprattutto la qualità della vita. Stiamo parlando di Geraci Siculo un comune di 1.717 abitanti. Il suo Patrono è San bartolomeo e si festeggia il 24 agosto. Per chi vi arriva non deve perdersi “i Tagghiarina”. Sono un’ottima pasta fresca che nella tradizione si prepararava a Natale o a Carnevale.
Un pò di storia
Il nome di Geraci è di origine greca. Da Jerax, avvoltoio perchè si allude alla sua antica origine di luogo fortificato. Era infatti un’impervia rocca sorvolata da uccelli rapaci. Per chi visita questa località potrà fare passeggiate, trekking, escursioni naturalistiche in montagna ed anche birdwatching. Spettacolare il canyon di Gonato che si triova sul versante di Castelbuono e Geraci. Propio in questo canyon ancora oggi vive il raro avvoltoio capovaccaio. Fra le montagne di Geraci è possibile trovare anche la rara orchidea dactylorhiza, che fiorisce tra marzo e maggio.
La Chiesa Madre
Per chi arriva a Geraci si imbatte subito tra le viuzze medievali. Presto si arriva al cuore di Geraci Siculo ossia piazza del Popolo. Qui si affacciano la settecentesca chiesa del Collegio di Maria e la chiesa di Santa Maria Maggiore. Questa è un vero e proprio scrigno d’arte. Custodisce opere pittoriche e scultoree molto pregevoli. Vi si possono ammirare diverse statue di marmo raffiguranti la Madonna della Neve. Una delle statute raffigura la Madonna della Mercede. Il Fonte Battesimale risale al XV secolo. Queste opere sono state realizzate tutte nella bottega di Gagini. All’internod ella chiuesa si trovano anche delle opere lignee.
Fra tutte sono da ammirare alcune statue realizzate da artisti siciliani anonimi del XVII e del XVIII secolo. All’interno della Chiesa madre non si può predere di vedere il Monumentale Coro ligneo del 1650. A chiusura merita una visita il “tesoro” artistico presente nella cripta. Vi si trovano divrese suppellettili liturgiche d’oro e d’argento ma anche numerosi paramenti sacri tutti finemente ricamati. Uscendo dalla chiesa a pochi passi si trova il Salto dei Ventimiglia inaugurato nel 2014. E’ un balcone panoramico situato nel luogo dove nel 1338 perì il Conte Francesco I Ventimiglia. La sua morte sarebbe avvenuta per sfuggire alle truppe regie di Pietro II che assediavano Geraci. Si sarebbe gettato con il suo cavallo nel dirupo. La passerella, in vetro ed acciaio, si allunga per circa tre metri dalla parete rocciosa dove è situata.
Da non perdersi “i Tagghiarina cu sucu”
Tra i piatti da non perdesi per chi arriva a Geraci Siculo di cono “i Tagghiarina cu sucu”. Un piatto realizzato cond ella buona pasta fatta in casa secondo le vecchie tradizioni. Il ragù di castrato va a condire anche il più tipico dei primi piatti, i maccarruna di casa. Anche in questo caso è una pasta fresca che assomiglia a grossi bucatini. Tra i dolci, quelli di mandorle chiamati serafineddi e vuccunetta, sono proprio da mangiare.