Il Vescovo di Cefalù ha invitato tutte le Comunità parrocchiali a pregare in vista dell’avvio della causa di canonizzazione di Mons. Campo

Il Vescovo di Cefalù ha invitato tutte le Comunità parrocchiali a pregare in vista dell’avvio della causa di canonizzazione di Mons. Campo. Il 29 maggio 1977 moriva a Cefalù Mons. Mariano Campo, stella luminosa nel presbiterio Cefaludense, distintosi per la ricerca nello studio della verità, per la carità intellettuale e una vita d’intensa preghiera. Il Vescovo Giuseppe ha invitato tutte le Comunità parrocchiali a pregare in vista dell’avvio della causa di canonizzazione di Mons. Campo. In Episcopio nel pomeriggio di ieri, in preparazione al dies natalis di Mons. Campo, si è tenuto un momento di preghiera presieduto dal Vicario Generale, e un approfondimento delle opere e del pensiero di Mons. Mariano Campo a cura della Biblioteca diocesana e del gruppo “A tutto campo”.
Mons. Mariano Campo
BIOGRAFIA
Mons. Mariano Campo nasce a Caltavuturo, il 23 settembre 1892 e muore a Cefalù il 29 gennaio 1976.
Ancora bambino, dopo gli studi elementari, entra nel seminario di Cefalù dove gradualmente matura la sua chiamata al sacerdozio unita a una intensa passione letteraria e umanistica, attenta alle correnti culturali più vive del momento in Italia e in Europa.
La vocazione agli studi filosofici maturò in un secondo momento, grazie anche all’incontro con una figura di spicco del clero e della vivace cultura palermitana del primo Novecento: monsignor Onofrio Trippodo.
Nel 1911 è iscritto alla facoltà di Lettere dell’università di Palermo e sostiene regolarmente gli esami fino al 1913. Successivamente Roma – collegio Capranica – per conseguire la licenza in diritto canonico.
Nel 1915 viene ordinato sacerdote.
Poi la grande guerra venne a intralciare i suoi studi.
Adempie agli obblighi militari: fu tenente cappellano meritandosi, tra l’altro, la medaglia di guerra perché ferito nella sua opera di assistenza e di conforto prestata sul Piave.
A guerra finita ritorna a Cefalù come direttore spirituale del seminario.
Si laurea con Giovanni Alfredo Cesareo nel 1921, discutendo una tesi sullo studio del linguaggio.
Nel 1929 il vescovo di Cefalù, Giovanni Pulvirenti (proprio quello che in seguito all’assassinio di Matteotti, ricorrendo poco dopo il 25° di regno di Vittorio Emanuele III aveva rifiutato di cantare il Te Deum di ringraziamento) gli consente di trasferirsi a Milano per perfezionare gli studi presso la Cattolica.
Dalla sede ambrosiana tra il 1929 e il 1939 effettua diversi e ripetuti spostamenti in Germania e in Austria dove dal 1933 e il 1934 strinse amicizia con il giurista Salvatore Riccobono e il germanista Nicola Accolti Gil Vitale
Nel 1939 pubblica in due volumi lo studio Cristiano Wolff e il razionalismo precritico (Milano) base delle successive esplorazioni del pensiero di Kant.
Ha insegnato filosofia alla Cattolica, al liceo San Carlo, ed è stato libero docente di Storia della filosofia presso la facoltà di Lettere nonché lettore presso il Magistero.
Dopo la guerra la pubblicazione “ Genesi del criticismo kantiano” (Varese, 1953). e dal 1954 docente straordinario a Trieste ove operò fino al 1967.
Visse gli ultimi anni della sua vita a Cefalù .
Fondamentali i suoi contributi agli studi filosofici attraverso alcune raccolte di saggi sulla genesi del criticismo kantiano, sulla filosofia moderna, sull’arte e sulla vita spirituale.
Copiosa la produzione in versi per lo più di ispirazione religiosa, raccolta nel volume “Frammento”.
Nel Giugno 2010 è stato pubblicato l’epistolario che copre l’intero arco della sua vita con il fraterno amico di Isnello Mons. Mariano Caldarella, a cura di Paolo Grillenzoni ( Università del sacro Cuore di Milano – Dipartimento di Filosofia della facoltà di Lettere e Filosofia ). L’evento è stato celebrato a Cefalù il 15 Giugno al Teatro comunale.
L’opera – “Lettere a Caldarella” – raccoglie 469 lettere, con varietà di toni e di colori nonché con ricchezza di allusioni e di incontri – da Gemelli a Olgiati, da Franceschini a Vanni Rovighi, da Guardini a von Hildebrand solo per ricordare qualche nome – e compendia vivacemente quarant’anni di vita culturale.
E’ un epistolario tra Mons. Campo e Mons, Caldarella, Isnellese, ottimo e austero presbitero della chiesa Cefaludese e Rettore del Seminario per moltissimi anni mai staccatosi dalla Sicilia .
Le lettere sono state raccolte dopo la morte di Mons. Caldarella, dal nipote, Mons. Di Martino, discepolo di Mons. Campo, che le ha date per lo studio e per la pubblicazione al prof. Grillenzoni.
Sono preziose perché ci consentono, in certo qual senso, di avvicinarci all’animo ed ai sentimenti di mons. Campo .
Così lo ricordava, nell’evento tenutosi a Cefalù, Don Santino Di Gangi, arciprete di Castelbuono:
“Ho avuto la fortuna di assisterLo anche negli ultimi momenti. … Alla domanda rivoltagli il giorno prima della morte: “monsignore, Lei chiederebbe al Signore di rimanere in terra per lavorare oppure vuole andare da Lui ?” mons. Campo ha alzato le mani, ha aperto gli occhi – era in precoma – e chiaramente ha risposto: “Seguirti, Signore!”. …. l’emblema di tutta la vita, “seguirti, Signore!” è quello che è stato Mons. Campo per l’intera vita.
Mons. campo è stato ricordato anche su un articolo apparso sull’Osservatore Romano a cura di Raffaele Alessandrini che riporta lo stralcio di una delle lettere. Vi si racconta di aver tenuto una conferenza per i giovani della Federazione Universitaria Cattolica Italiana — siamo nel pieno della presidenza di Igino Righetti e della guida spirituale di don Giovanni Battista Montini.
«Sono stato invece che a Trieste, a Firenze: capirai, con mia riluttanza e timore, obbligatovi dall’insistenza dell’Assistente generale Mons. Montini della F.u.c.i. Orecchio toscano, roccaforte di strapaese, zona d’influenza di Papini, cultura d’eccezione… Grazie a Dio, me la sono cavata discretamente. Non t’immaginare però chissà che cosa, che tempio aperto e beante di curiosità, che viso d’armi goliardico… No. Una cappella appartata e opportuna (ma una cappella artistica quella dei Pittori’ […]) e un gruppo modesto ma cortese e attento di universitari in gran parte fucini e fucine. Insomma ne sono sollevato con una gran riconoscenza verso il Signore, e con un’impressione cara di ammirazione verso giovani davvero buoni e generosi. Ne ho ricavato – per conto mio – un maggiore allargamento di vedute e di cuore, uno stimolo a superare quella mia stupida timidità d’orgoglio e di leziosità, una volontà di guardar meglio attorno a me nel cuore dei giovani e nella realtà moderna, e una disposizione più franca e tonizzata a lavorare ed agire»
Tutta la biblioteca di Mons. Campo è custodita nel Seminario di Cefalù, piccolo tesoro dove è possibile reperire volumi introvabili. (Da Laikos.it)
Il vescovo di Cefalù invita ora a pregare per la sua canonizzazione.

Cambia impostazioni privacy